Crisi di rappresentanza


Cari amici mi sono preso quattro mesi sabbatici perché ritengo che si possa e debba scrivere quando si ha qualcosa che meriti . Ammetto inoltre che dividersi , discutere , su temi come il referendum e per interposta persona su Renzi non mi attrae e non interessa.

Ultimamente ho portato ad esempio la Spagna che , in preda ad una crisi politico-istituzionale di grave entità , é riuscita,  grazie a partiti politici responsabili ed intelligenti, a mettere da parte le animosità e formare un governo.  Da noi al contrario ci dividiamo ad arte su tutto. Non ricordando , non sapendo che la concentrazione del potere economico e politico é tra le più alte della UE e che la comunicazione , i media, sono appannaggio di  sei gruppi familiari industriali.  Quanto ai social media  non dobbiamo dimenticare il loro funzionamento ed il potere di aggregazione con cui operano.    

Citavo giorni fa il decalogo di Noam Chomsky.                                                          Ecco dovrebbe essere metabolizzato da ogni cittadino- elettore.

Attraversiamo ormai da oltre 10 anni un lento e progressivo declino.

Il ruolo di pedagogia democratica che ha pervaso l’opera dei padri costituenti   che teorizzavano una  continua evoluzione del sentimento democratico attraverso una maggiore istruzione e civismo  del popolo é stato dimenticato.  

Questo declino costante sembra non arrestarsi.   Ha origine con la fine dei partiti .                                                            Partiti in senso tradizionale come quelli operanti nella prima Repubblica.  Con l’avvento di Berlusconi , di F. I.  lentamente si é interrotto il rapporto territorio / partito/organizzazione .     Con quest’ultimo é scomparso il voto di preferenza che, da una parte era il legame che univa il cittadino elettore al candidato parlamentare e dall’altra ha dato spazio a fenomeni di familismo, tribalismo e mafia.                                    

Questi due trends  hanno dato vita a partiti/ movimenti  padronali , unico esempio in Europa.  Ecco che si é incorsi in quel fenomeno della “politica politichese”. La politica che si sostanzia da sola , che si autoalimenta con processi di comunicazione interamente artificiosi, che invece di generare dal basso della piramide sociale  , vengono costruiti ed assemblati dall’alto per generare reazioni e risposte di sostegno. Certo non un fenomeno di cui andar fieri , partiti/ movimenti dove il Padrone determina un livello di democrazia interna  da terzo mondo.  

Ridicolo leggere , ascoltare, atteggiamenti anti casta, anti sistema , anti poteri forti quando si usano gli stessi strumenti all’interno delle proprie formazioni e dove i criteri  di comportamento e di etica sono scritti sull’acqua.  

Questo è il populismo. Un populismo che sta rapidamente crescendo ed affermandosi  in tutta Europa e nel mondo occidentale. Ultimo fragoroso , incredibile  evento la designazione di Trump a presidente eletto.   Il Tycoon, il miliardario figlio di papà , che diviene  l’eletto degli Wasp , della classe media bianca in preda al delirio della perdita di status economico e della classe afro-americana che,  dalla miseria socio-economica ritiene di poter essere salvata dal demagogo eliminando 11 milioni d’immigranti illegali ! (sic) vissuti e intesi come competitori.

Il verbo, la strategia di questo populismo ,risiedono in un concetto che noi conosciamo bene, praticandolo da oltre due millenni :   Divide et Impera !                                                           A livello geo politico la strategia per l’Europa  del “nuovo” Trump sarà quella di sfruttare al massimo   le vecchie divisioni   tra gli Stati europei, sapendo bene quanto queste siano ancora  presenti.

Veniamo adesso all’aspetto della rappresentanza in termini domestici , nazionali. Contrariamente all’idea ampiamente diffusa , il turn-over del nostro Parlamento è superiore  a quella degli altri parlamenti europei.   Di fatto il rinnovamento dei parlamentari di legislatura  in legislatura avviene . 

Ma il sistema che regola il sistema di selezione é inceppato .  Ecco dobbiamo  comprendere che in luogo delle preferenze si é introdotto il sistema  della cooptazione. Le segreterie , i padroni , dirigono il flusso premiando i personaggi più  disponibili , gli interessi più vicini . E sono proprio essi a praticare la cooptazione nel peggiore dei modi. Si scelgono quindi in relazione ai territori di provenienza i supporters più influenti nella raccolta dei flussi di voto : gruppi industriali, banche ,organizzazioni collaterali.       Si giunge in tal modo ad una rappresentanza formale.

La catena di trasmissione della volontà popolare é interrotta.                                   La dicotomia tra volontà popolare , interesse comune e rappresentanza politica si é ampliata .  Il voto é canalizzato dalle segreterie dei partiti e movimenti , dal padrone, dai gruppi di riferimento delle lobbies, dal sistema .                                                                       Altro che selezione alla base  . Solo vassalli , salvo  eccezioni , che rappresentano gli interessi dei gruppi economici di riferimento. Ecco la sostanza dello status quo !

Ed allora voi direte che fare?  La democrazia diretta di riferimento classico , quella di Pericle,  vedeva appena l’8% della popolazione discutere e decidere della politica .           La  democrazia deve essere prima di tutto sostanziale , non formale.  

La Costituzione é il prodotto di un insieme di valori.    E’ anche il metodo a cui si rifà il funzionamento delle Istituzioni.                                                                              

La prima parte é inalienabile,  pena la visione stessa della società e dei diritti individuali e soggettivi che la compongono.  La seconda attiene al suo funzionamento.  Non credo si sia fatto granché per migliorare il funzionamento delle Istituzioni da 50 anni. Lo stesso ruolo delle Regioni , il loro peso economico, gli sprechi , i dualismi , la continua conflittualità Stato /Regioni , ha prodotto enormi sprechi di tempo e  denaro senza alcun miglioramento dei servizi rivolti ai cittadini.                

Personalmente, come ho reiterato più volte su FB , ritengo che ridurre l’apparato  a 4  macro regioni,  con ampie devoluzioni in ambito periferico , ma salvaguardando l’indirizzo generale che deve essere dello Stato , sarebbe migliorativo.                                    Tengo inoltre a precisare che la mia speranza é una maggiore integrazione europea che possa condurci ad una fiscalizzazione e tassazione unica, una difesa  ed una politica estera comune , dove i nazionalismi, periodo storico tramontato , non siano più d’impaccio all’evoluzione e progresso che tutti noi meritiamo.                                                    In un periodo di globalizzazione  galoppante occorre porsi al riparo.  

Non con stupidi muri , ma mettendo assieme le risorse comuni.                         Non competendo tra noi , ma con il resto del mondo.   Per una determinazione dell’identità europea.   E per tornare al tema della rappresentanza , occorre riprendere il filo del territorio, non del web!

Combattere la disoccupazione giovanile con politiche di recupero della digitalizzazione. Con investimenti mirati nel campo dell’istruzione  secondaria e universitaria .     Attraverso periodi di internship  presso aziende ed amministrazioni statali.         Solo attraverso politiche di partecipazione inclusive si può evitare i fenomeni ,oggi in espansione ,tra i giovani che non studiano e non lavorano. La crisi della rappresentanza  che oggi genera rifiuto , distacco, disinteresse , o peggio,  dalla politica , può essere combattuta cambiando alla radice la selezione della classe politica.

Modificandone alla base caratteristiche metodi e procedure di selezione.

Almeno 10 anni di esperienza professionale , limite di accesso alla politica su scala nazionale a 35 anni,  voto di preferenza al candidato , sistema a doppio turno di collegio, obbligo di presenza dell’eletto nel collegio di elezione due gg al mese,  pubblicazione delle motivazioni di voto dell’eletto  sulle leggi di maggiore importanza ed eventuale discussione con gli elettori. Queste e molte altre condizioni possono accrescere la capacità di relazione tra eletto e rappresentanti e riprodurre un percorso di comunicazione a doppio senso in grado di migliorare il rapporto ed implementare la democrazia .

Buona vita

 

 

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LAICITA’


Ritengo seriamente che solo la laicità dello Stato e quindi della intera società civile che lo compone, possa essere un fattore di difesa dagli assolutismi che si ripresentano a causa di crisi economico sociali che ci attanagliano. Come afferma Zygmunt Bauman, il grande sociologo tedesco, il Max Weber contemporaneo,  il mondo occidentale oggi  vive una situazione cosmopolita  che ci vede obbligati a coabitare in modo permanente con culture, modi di vita , fedi diverse, con uomini e donne di diversa etnia.                   Ma ciò avviene  senza che siano state sviluppate le capacità  per comprenderne  il contesto,  le logiche, i requisiti .

Da questa impreparazione derivano le ansie , le paure . E quando su queste ultime  s’innesca la demagogia del populismo   , di coloro che ritengono di poter risolvere tutto questo elevando muri e barriere si rischia di mettere in discussione l’evoluzione tanto duramente raggiunta. Il neo liberismo ha fatto la sua parte conducendoci ad una società opulenta , dipendente dal benessere  e dalla crescita. Da oltre dieci anni la crescita si è spenta a livello mondiale, dagli USA ,all’Europa ,all’ Asia.                                                         Ciò che è in crisi è il modello di sviluppo che oggi richiede da una parte più investimenti  e sempre meno manodopera.  Si aggiunga  la tecnologia che richiede sempre più forza lavoro di elevata istruzione.

A fronte di queste sfide gigantesche  il neoliberismo e la globalizzazione fungono da fattore e motore disgregante per gli Stati Nazione che non hanno né la scala dimensionale per poter reagire e competere , né il potere e le strategie necessarie a farvi fronte .  Senza dover ricorrere a tecnocrazie , occorre comprendere  che crescita e benessere  non possono prescindere dal contesto socio- economico. Occorre ritornare ad una redistribuzione della ricchezza accumulata , in un  modo più solidale e egualitario. Se vogliamo evitare il collasso  delle istituzioni democratiche occorre rivedere i sistemi politici  che devono ristrutturarsi ed adattarsi a questa nuova fase.  . Un esempio su tutti,  a proposito di democrazia , integrazione e libertà soggettive.       La Francia , paese laico per eccellenza , dove la laicità è vissuta ad ogni livello istituzionale  e sociale e’  garantita da uno Stato super partes.

Oggi vive momenti duri . Non è certo in discussione la politica dell’accoglienza.             Al contrario.  La storia coloniale è parte di questo problema. Ma non solo.                          In Francia vige lo “jus soli”. Chi nasce nel paese  è automaticamente  cittadino francese.  Ottimo.  Ma cosa è avvenuto, negli ultimi dieci anni , si sono create nelle periferie delle grandi città dei ghetti , delle vere e proprie cittadine quasi sospese nel nulla  , non collegate alle città  che ne sono inglobate. 

In Italia , non per un disegno voluto, organizzato, pianificato, i centri urbani si sono svuotati e si sono riempiti di immigrati, di residenti permanenti. Con ciò, non volutamente ,almeno nel centro-nord,  abbiamo evitato, la marginalizzazione , la ghettizzazione . E queste persone vivono in mezzo a noi , senza creare alcun serio problema sociale e /o politico. Regioni intere vivono oggi in Italia senza particolari problemi.   Salvo quelli sui quali si soffia per accreditare l’idea di una situazione grave e di pericolo.  La realtà è ben diversa.   Interi settori economici chiuderebbero senza il contributo di questi 5 milioni di immigrati. Pesca, agricoltura, lavorazioni metalli , fonderie, costruzioni edili ecc. ecc.  Pensate,  persone che contribuiscono al sistema previdenziale,  che vivono da 20 anni e più in Italia quali residenti permanenti.

Bene,  i loro figli , nati in Italia,  non saranno mai italiani. Eppure frequentano le scuole italiane , fino alla maturità , con un costo individuale  per lo Stato di circa 180 mila euro … E poi al compimento del 18° anno si chiede loro di ritornare nel loro paese d’origine , dove magari non sono mai stati …..Investiamo su di loro e poi li consideriamo stranieri quando hanno convissuto con i nostri figli per anni!                  Ecco questo è un problema .

Se vogliamo rendere l’integrazione completa , se vogliamo evitare il problema del rigetto, se vogliamo evitare il problema francese  dei cittadini di serie B,   occorre intervenire oggi …….Ma questo non è un problema solo nazionale , deve essere un problema europeo.   L’Europa deve poter difendere i propri valori . Certo .                          Il primo di questi è il riconoscimento della Repubblica.  Dei valori e dei diritti individuali e soggettivi  che impregnano  la nostra cultura.                                                    Tra questi il diniego di ogni riconoscimento ad alcuna religione  di supremazia storica , così come sancito dal Parlamento Europeo  ormai un decennio fa !                     Nel contempo evitare che l’ Arabia Saudita  sia l’unico finanziatore della costruzione delle moschee in Europa.     Che si applichi un controllo capillare sugli Imam che predicano in quelle moschee.    Che vengano inseriti in un’albo ufficiale, onde evitare la diaspora continua dei musulmani in Italia divisi in decine di organizzazioni  .       Chiarire bene  che il termine arabo , non significa musulmano e che quest’ultimo non ha niente a che vedere con islamista.    Occorre organizzare per difendersi da elementi e schegge  impazzite, non denigrare, o peggio discriminare senza ragione.                           Mi auguro che nel prossimo incontro di Ventotene tra Merkel, Hollande  e Renzi si lanci un programma di rilancio dell’idea europea , di una maggiore integrazione e solidarietà tra coloro che vogliono esserci.

Che siano 6/9/12 Stati  poco importa!  Occorrono un’ unica fiscalità, un’  unica tassazione, un’ unico esercito per evitare competizioni idiote che invece di risolversi a scapito interno debbono rilanciare il ruolo europeo nel mondo.                                   Inaccettabile che si permettano delocalizzazioni produttive, finanziarie  di interi colossi industriali all’interno del nostro continente.   La competizione deve orientarsi verso l’esterno. Siamo il maggior mercato mondiale, la più ricca area al mondo in termini reddituali , uno dei maggiori poli tecnologici, che nei prossimi anni dovranno far fronte a Cina e India  e agli USA in declino ….. E stiamo a discutere di Brexit ? Di abbandono dell’area UE.  Solo degli sprovveduti ,  degli ignoranti , utili idioti del populismo dei guitti , dei cialtroni , possono davvero pensare di vivere e progredire fuori dall’UE.  Ciò non vuol dire che le cose vadano bene . Al contrario .                       Occorre abbandonare la gestione dei governi nazionali   attualmente in vigore in sede UE. Le élites dei vari Stati tentano con ogni mezzo di mantenere il potere di cui godono  e che i Trattati hanno loro concesso!   Occorre rivedere il sistema di partecipazione  e rendere valida  immediatamente la legislazione  “erga omnes” all’interno della Federazione Europea.   I nostri problemi socio-politico- economici  non possono certo essere risolti in ambito territorial nazionale.

Occorre più Europa , non meno Europa.  Occorre addivenire ad una nuova classe dirigente più capace e competente, selezionata in funzione di queste caratteristiche che superino lo stallo culturale  nel quale siamo finiti . Il territorialismo, il campanilismo, il regionalismo,  devono essere superati. Il fascino degli uomini forti che promettono a masse di analfabeti funzionali ,in modo irresponsabile ed ingannevole,     imponendo loro un’obbedienza  incondizionata. A tutto questo si aggiunga un  sistema mediatico che amplifica lo stato comatoso che sui social  networks diviene il vuoto , che  forze eterogenee  vogliono riempire con soluzioni improbabili !

 

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Riforma costituzionale


Questo tema del referendum, sulle modifiche  di alcune parti della Costituzione,  ha già preso la solita china del tifo da stadio, della divisione campanilistico settaria che nel nostro paese distingue sempre i momenti di transizione. Bene,  questo è lo spirito con cui i media affrontano in maniera superficiale il tema , adeguandosi ai partiti e movimenti politici che si coalizzano l’un contro l’altro armati in un confronto che non ammette riflessioni, meditazioni ragionamenti più concreti e profondi. 

Sarò pure un elitista , ma se penso , come spesso scrivo , che il 48% degli italiani è analfabeta di ritorno,  il discutere su cose che metà della popolazione non comprende , a me ricorda la cena dei cretini. Ma ci rendiamo conto che l’80% non conosce , nel senso letterale la Costituzione italiana. Magari ne fa riferimento, ne parla , spesso a sproposito. Questo vale anche per molti di quei parlamentari che siedono in una delle due aule. La maggiora parte non va al di là dei primi 10 articoli.

Ecco  questo è il primo problema. Votare sì , o no richiede quanto meno una riflessione sul dettato costituzionale , sulla visione delle Istituzioni che sono chiamate ad esprimere il senso della democrazia che ne discende. Il diritto in quanto tale, sia esso di origine  romana ,o  di common law  tende a regolare i rapporti tra le Istituzioni stesse , i cittadini e tra di essi.

Per tale ragione la giurisprudenza  , ovvero la pratica delle interpretazioni rese dalle sentenze  emanate dai tribunali di ogni grado tendono a regolare,  talvolta a modificare il senso della legge . Attraverso la giurisprudenza il diritto , la legge, vengono adeguati ai casi oggetto di analisi e , nel senso più ampio,  allae circostanze ed al contesto che sono mutevoli . Molto più nei Paesi di common law (USA, GB, ecc.) la giurisprudenza stessa , ovvero le sentenze,  divengono esse stesse legge nel senso che fanno testo per i casi similari  successivi.

Ho usato questa lunga prefazione per sottolineare che con il tempo la legge , le leggi , e persino parti delle Costituzioni possono essere modificate con il mutare del contesto giuridico, con i cambiamenti legati all’evoluzione delle Istituzioni e della efficacia della loro attività. La Francia ha modificato per ben due volte  il suo assetto passando dal sistema parlamentare  a quello presidenziale.   

Che il bicameralismo perfetto sia oggi un sistema  inadatto al funzionamento ed alla necessaria rapidità ed efficacia richieste dalla società contemporanea é fuori dubbio. Che un progetto / disegno di legge debba subire il processo di lettura e discussione nelle due camere , per poi eventualmente ritornare ad una di esse quando  sono state apportate modifiche al testo originario,  è fuori da ogni logica presente.

Inverosimile,  perché 50 anni fa il numero della massa legislativa a livello annuale era un decimo dei progetti/disegni  attuali. Occorre quindi una gestione più idonea al mondo in cui viviamo ed alla massa di disegni, progetti , decreti che devono essere discussi!   Quindi modificare questo assetto è assolutamente necessario.                        Una sola Camera di Deputati in grado di valutare e votare rende l’iter più snello .           Le attribuzioni e la differenza di competenze devono seguire lo stesso criterio,  tra Camera e Senato si distingue sia l’ambito legislativo che la specificità delle attribuzioni per giustamente evitare doppioni , o peggio contrapposizioni. Il problema che a mio avviso è ancora aperto e che deve essere modificato è relativo alla selezione dei senatori . Sull’esempio tedesco il Bundesrat ( il Senato tedesco)  è la rappresentanza dei Landers . Bene , ma in questo caso i suoi membri sono scelti dai cittadini con votazioni specifiche.

Credo fermamente che la qualità ed il ruolo dei senatori debba essere tecnicamente superiore a quella dei deputati . I temi oggetto delle loro competenze hanno a che vedere con il funzionamento amministrativo-legislativo delle Regioni e delle loro specifiche competenze.  Quindi usare dei “semplici consiglieri regionali”  è dequalificante ,  poiché molti di essi non hanno competenze e cultura necessarie.             Tanto meno è accettabile che la selezione di questi consiglieri  sia demandata ed avvenga nelle segrete stanze dei partiti e movimenti politici,   attraverso metodi  tipici della cooptazione di cui vogliamo liberarci!!!  

Infine lo stesso ruolo e competenze delle Regioni nel prossimo futuro , per non parlare del loro numero , dovrà subire  un’ attento  e rigoroso esame .  Rendere più agile ed efficace la rappresentanza di interessi diversi , ma senza dimenticare l’etica  ed i costi pubblici relativi!

Politicamente un’ errore macroscopico è l’aver voluto collegare questa riforma costituzionale che, per molti versi è assolutamente indispensabile ,se svolta con trasparenza e accompagnata da un’informazione adeguata ed esaustiva,  con una legge elettorale che lascia molto a desiderare.

L’errore non è solo politico, ma anche sostanziale,  vista la differenza di peso e di estensione dei due provvedimenti. L’Italia è l’unico paese che dal 1946 si è data 5 leggi elettorali . A seconda dei governi e dei loro interessi elettorali specifici , che non erano certo interesse della popolazione. Nella maggior parte dei paesi europei la legge elettorale non ha subito cambiamenti. E’ d’altronde si tratta di  una legge ordinaria! Ovvero può essere modificata senza il doppio passaggio richiesto da quelle costituzionali.   Non vedo l’utilità di proporla in accoppiata con una riforma di tutt’altro peso ed ordine!

Ritengo inoltre che il doppio turno di collegio sia la legge elettorale che meglio si adatta al nostro sistema , a maggior ragione se il bicameralismo viene superato ! Da buon allievo di Giovanni Sartori,  credo fermamente  negli attributi di tale sistema che tende a fornire una migliore selezione dei candidati.   Strano che questo sistema sia  stato per decenni il sistema preferito dal PD , ed oggi abbandonato per un una brutta copia , senza base democratica , con premi di maggioranza inadatti , inaccettabili e cooptativi.                    

Ma tornando al punto,  onde evitare discussioni politiche di bassa lega che evidentemente conducono al populismo più becero ,  andare al referendum senza l’accoppiata con la legge elettorale  sarebbe non solo più intelligente , ma soprattutto lascerebbe più dignità al processo di riforma costituzionale  che ormai ci tramandiamo da decine di legislature senza alcun risultato . 

Sarebbe una dimostrazione di sincera volontà di cambiamento,  senza la zavorra che inevitabilmente la legge elettorale trascina con se.  Volendo essere ancor più preciso in termini di scienza politica ,  la demografia del paese sta rapidamente mutando con una popolazione che invecchia rapidamente. La parcellizzazione ,  la composizione/  scomposizione dei collegi elettorali,  muta  anch’essa sia in termini urbani , che periferici.  Al di là della legge elettorale , credetemi  ai fini del risultato elettorale finale,   questi dati e modifiche contano più della legge elettorale stessa …..                      E la classe politica, o meglio i  loro consulenti ,questo lo sanno benissimo.

Ragion per cui potrebbe il Governo essere più aperto e posticipare il referendum sulla legge elettorale ,   approvarla come nel passato senza sottoporla al referendum modificandone le parti discusse!  E’ seriamente difficile ragionare di questi temi cercando di essere chiari e precisi. Per tale ragione ho preferito offrirvi dei punti di vista legati ai vari metodi con i quali si interviene nell’ambito . Ci saranno certamente occasioni per continuare il discorso. Mesi di discussioni sono davanti a noi.                    Mi auguro più informativi , per dare l’opportunità a tutti di  comprendere il senso e gli obiettivi che si desiderano raggiungere.

Non esprimo oggi la mia personale decisione in merito.     Nei prossimi mesi possono venire accolte, discusse e rese operative  alcune modifiche come quelle  da me espresse . L’Italia  ha una profonda necessità di cambiamento. Certo Occupazione e Politica industriale forse sono più urgenti. Ma da qualche parte occorre pur cominciare . Ed allora che si proceda , ma senza lotte politiche idiote tra governo ed opposizione.     La Costituzione è di tutti . E tale deve restare . Cercare di abbattere il governo attraverso un referendum  sulla costituzione è da poveri cialtroni, da populisti, da repubblica della banane , spesso tirata in ballo proprio da coloro che oggi si scagliano contro la riforma.

Buona vita a tutti !

 

 

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Ideologia , fede e diritti soggettivi


L’interesse a scrivere ed esprimere le mie personali considerazioni mi sta abbandonando. Tanta è la delusione nei confronti dell’evoluzione  del civismo praticato.

Il declino del paese del quale sono cittadino è sempre più evidente e credetemi non è solo economico, ma soprattutto culturale ed etico. Vedete,  giusto ieri dimostravo sul mio muro FB la  personale soddisfazione per il passaggio alla Camera del progetto di legge sulle unioni civili.  Lascio agli pseudo intellettuali le polemiche sterili sulle astensioni e la fiducia posta dal Governo .                                                                                                                             Considerata la pochezza intellettuale mostrata dalle opposizioni  in  merito alle libertà e ai diritti individuali e soggettivi dei cittadini della Repubblica,   nei confronti dei quali si legiferava e decideva,  credo fosse l’unica seria iniziativa da prendere per evitare le cacofonie dei soliti cialtroni.

In un paese dove il 48% dei cittadini italiani è nella condizione  educativa di analfabeta funzionale  (s’ intende  coloro che non sanno comprendere  ed interpretate il significato di 50 linee dattiloscritte ) risulta evidente che la comprensione del tema è affidata a poveri buffoni dotati di una miserevole maturità quali ;   Salvini ,  Di Matteo,  Di Battista, per citare solo i  demiurghi, od  ologrammi .   Pupazzi di un un sistema in preda ad una angosciosa  deriva , che blaterano stupidaggini , senza comprenderne il completo e vero significato.

Bene,  dichiariamo con tutta evidenza  che una cosa é la maggioranza , sia in termini politici ed ideologici ed  un’altra é la libertà dei cittadini di poter realizzare  e condurre la propria vita personale ed affettiva come più loro aggrada! Ascoltare questa massa d’idiotica follia dei fondamentalisti cattolici  è veramente deprimente.  Vedete,  il problema è tanto semplice , quanto contingente. Una cosa è discutere di maggioranza ed opposizione in termini politici riguardo a progetti e visioni.                                                  Un’altra è quella di “ritenersi maggioranza  investita  del potere d’ imporre ad una minoranza comportamenti e valori fideistici “. Medioevo, islamismo , concezione autoritaria  della fede valida “erga omnes” !

Ovvero, se una moltitudine di cittadini  che in realtà è maggioranza in Italia, circa il 70%,  ritiene di comportarsi e seguire le proprie convinzioni,  non si comprende come una minoranza possa ,nell’ambito dei diritti individuali,  imporre loro un’accettazione di principi religiosi che non appartiene loro!

Vedete questo è lo “iatus” , la dicotomia,  tra paese reale  e le frange di fondamentalisti cattolici che credono di poter imporsi alla società civile con le loro  convinzioni.

Ecco questo è il punto . In Europa , in tutta Europa,  nei 28 paesi della UE , salvo il nostro , confessionale, tradizionalista , conservatore , le forze di una destra becera, ignorante, irrispettosa dei diritti altrui  , dopo una votazione che ci pone finalmente  al pari degli altri 27 ,  si rifiuta di finalmente “concedere”  al resto dei cittadini la libertà di seguire le proprie convinzioni e comportamenti di vita.!   In un paese civile, che non è il nostro , chiarisco subito la differenza, il classismo e la fede  di certuni , s’impone su altri che questa fede non hanno, non apprezzano, non condividono.                                                             Ma peggio ancora , si attua di fatto una discriminazione tra coloro che comunque possono affrancarsi da tale ghetto di fede , grazie all’istruzione, informazione , denaro di cui dispongono e la maggioranza che non può permetterselo! Il ricordo degli aborti delle figlie dei benpensanti  e delle figlie dei meno abbienti che si rivolgono alle mammane!              No,  non è affatto un ricordo, purtroppo non è  cambiato niente. Il 90% di questi fetenti  ostetrici, obiettori di coscienza,  è la realtà in questo paese in cui non cambia mai niente.

Ho sempre affermato che nutro rispetto per i cattolici che rispettano le mie convinzioni, molti sono amici,  ma qualora ciò non fosse il caso, non solo li combatto , ma grazie all’informazione , alla cultura  di cui dispongo,  mi sottraggo ad un potere clericale che non solo oggigiorno ritengo idiota , ma soprattutto auto- distruttivo vista la rapidità del processo di secolarizzazione.

Ai fulgidi  caratteristi cattolici che, come Fanfani ed i suoi supporters, ,  considerarono di poter contare sull’ignoranza  degli italiani negli anni ’70 nei referendum su divorzio ed  aborto ,  ed oggi dichiarano di voler  richiedere un referendum sulle  unioni civili, ,  invito a proseguire per realizzare e verificare “de visu” quale sia oggi la distanza tra la loro fede e il paese Italia.  Me lo auguro !!!  .   Per una maggiore informazione dei miei lettori , da vari sondaggi , risulta che oltre il 65% degli italiani sono in favore dell’affermazione e tutela giuridica dei diritti soggettivi. Tra questi  ; unioni civili, maternità surrogata, eutanasia ecc. ecc. . Questi mentecatti che discorrono di fede  e principi , si ricordino della cloaca della Curia romana che un giorno sì e l’altro pure nella sostanza si comporta in modo deviato da quanto proclama dai propri pulpiti.

Risulta quanto mai dicotomico il divario tra le visioni del teocrate,  progressista  Francesco e la curia romana. Anche nel caso delle unioni civili , la battaglia  lanciata da questi fondamentalisti è quantomeno in contrasto con la visione di comprensione e di carità cristiana  da quest’ultimo sempre dichiarata e professata.                                                Ah già , dimenticavo,  la differenza tra cristiano e cattolico si va facendo sempre più  profonda.

Ma a prescindere da quanto esposto circa,  fede vs. diritti soggettivi,  resta il fatto che la secolarizzazione in atto in Europa,  ed  in ritardo in Italia , è in atto  e sta modificando rapidamente   la relazione tra cittadino ed istituzioni.                                                                   Dove la  società civile ha e deve avere  supremazia assoluta in termini di laicità ed equidistanza tra Stato e fedi.  In una società che diviene multi- etnica , multi culturale,  la fede , le fedi divengono sempre più fattori di portata personale ai quali si deve rispetto in quell’ambito .

Non a livello generale . I cattolici osservanti sono oggi in Italia il 23% ,secondo le ultime statistiche della Cei,  e certo non possono permettersi d’imporre la loro visione al resto della società.  Ma, ancora una volta,  contano su partiti, movimenti , parlamentari in cerca di voti per affermare la loro preminenza..  Avete notato l’assenza in questo paese di un partito, o movimento di agnostici, atei , non credenti? Sono ben più numerosi del 23% di cui discutevamo…….

Ma nessuno si azzarda a cercare di mettere insieme i laici di questo paese che sono maggioranza,! Neanche  il PD attuale , o i partiti socialisti  , che cercano al contrario di nascondere il fondamento storico dal quale originano , la laicità!

Davvero incredible l’affermazione del capo del governo di quest’oggi.

“Ho giurato sulla Costituzione  , non sul Vangelo”. Ulla la’ .  Un ex boyscout  che si ravvede?   No…. Solo una battuta ….  Comunque sia , sarà bene che ci attrezziamo di fronte a cotanta sicumera .                                                                                                                                   Sarò ben lieto di vedere le legioni dei cattolici fondamentalisti  rientrare mesti alle loro dimore , come sempre , quando i benpensanti avulsi dalla realtà si autocandidano al ruolo di paladini . La maggioranza è schiacciante  e loro lo sanno.                                                               Ed i politicanti accattoni e cialtroni che li rappresentano anche.                                              Faranno un po’ di caciara per le amministrative , raccontando le loro fregnacce  , dal basso della loro cultura fino al referendum di autunno.

Purtroppo si procede per slogans.  Per lotta tra bande. Per non ritornare a casa,  da dove non usciranno   mai più,  se non  per essere travolti da pernacchie epocali.

Non ritornerete in Parlamento, non ne siete degni. 240 parlamentari hanno cambiato casacca negli ultimi 30 mesi. Rappresentano sé stessi.  Ed i loro interessi personali.             Di fede , di onestà intellettuale, di rappresentanza degli interessi dei loro elettori non sanno cosa farne. Ed oltre 2/3 di quei parlamentari è fideista  e si proclama cattolico….. A parole .

Ecco allora che assistere ad una tale reazione , una tale alzata di scudi  nei confronti di cittadini che non la pensano come loro , ma che hanno il diritto di esprimere le loro opinioni ed i loro desiderata di vita , senza che altri si arroghino il diritto di negar loro ciò che in tutta Europa è loro diritto per legge e normalità , é assolutamente incivile ed inaccettabile !

Buona vita. Ma con un serio distinguo , solo a coloro che rispettano il pensiero e la vita altrui!

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Libia, risultati ed effetti della tripartizione.


Noto con piacere che nell’articolo pubblicato oggi sul Sole 24 Ore , a  firma di Negri  con analisi di Vittorio Emanuele Parsi si sostiene la mia stessa tesi e  perplessità circa la situazione libica e le contraddizioni evidenti circa gli schieramenti in atto . Avrei dedicato un’ulteriore articolo  alla situazione della tripartizione che sembra abbia luogo  ed in particolare alla situazione del Fezzan. Ma l’articolo di Negri mi ha convinto ad anticipare le mie convinzioni e considerazioni circa il Fezzan ed il controllo relativo a questo territorio. 

Egli afferma giustamente che la Francia desidera acquisire il controllo sul Fezzan.       Ma ad oggi questa eventualità non è conclamata , né attuata.  Le ragioni dell’interesse francese verso il controllo di questo vasto territorio, due volte l’Italia, desertico e al momento sprovvisto di riserve d’idrocarburi , è poter avere accesso al Mali confinante con la scusa di meglio controllare, da buona potenza coloniale,  la situazione interna  a quel paese.  Ora è bene chiarire che su quel territorio il controllo politico è esercitato da circa 30 tribù che da sempre negli ultimi 50 anni sono rimaste piuttosto indipendenti dal potere centrale di Tripoli e che, a seconda dei loro interessi si schierano con Tripolitania , o  Cirenaica.

L’Italia ha vari interessi con quelle tribù e l’ENI stesso ha sviluppato con quel territorio delle relazioni strette e amichevoli.  Oltre a quelle tribù,  sono inoltre da menzionare le comunità berbere che sono sparse sul fronte ovest e confinante con la Tunisia , da sempre molto indipendenti e pervase ,da buon popolo nomade, da una volontà di non integrazione .    Sul punto del controllo del Fezzan mi auguro che l’Italia possa ,voglia e sappia  esprimere la sua determinazione. Pur tenendo conto del limitato ruolo sul campo e ,come affermato  nel precedente articolo , dell’interesse a concentrarsi sulla Tripolitania, per non disperdere forze , energie, e denaro, è assolutamente strategico competere con la Francia sul “corridoio” che oggi ,e soprattutto in futuro, rappresenta il Fezzan per l’esodo migratorio ed il flusso che viene generato dal Centro Africa ed in particolare proveniente da ; Nigeria , Niger, Burkina Faso e dallo stesso Mali. 

Nel mio precedente articolo dove affrontavo il problema della demografia  saldamente collegato alle migrazioni , menzionavo il rapporto esistente in quell’area in termini riproduttivi e di crescita esponenziale della popolazione.. La Nigeria conta  oggi 180 milioni di abitanti. Bene tra trenta anni si stima che la popolazione raggiunga i 500 milioni.

Ecco che allora avere un controllo sul corridoio diviene e diverrà strategico, se non fondamentale!  Se applicassimo  una strategia a medio lungo termine , il controllo di quel corridoio sarà molto più importante  di tutti gli idrocarburi prodotti in Libia. Tenuto conto che il loro utilizzo sarà sempre più ridotto negli anni a venire senza considerare le energie alternative.  Nel 2050 si stima che la stessa Arabia Saudita sarà alla fine dello sfruttamento dei suoi attuali pozzi.

Il controllo di quel corridoio sarà una valvola di sicurezza ed uno strumento politico di primaria importanza   molto più  degli idrocarburi!!  Ecco perché l’Italia deve assolutamente valutare di partecipare attivamente alla suddivisione territoriale che gli occidentali vogliono imporre.

E su questo punto stimo ne abbia non solo le opportunità , ma anche i mezzi!        Volendo ritornare al contesto attuale ed a questa volontà di spartizione “de facto” ed “in fieri”, le mie considerazioni sono le seguenti.   E’ del tutto evidente che s’interviene con metodi neo – colonialisti. S’interviene per ottenere dei benefici economici approfittando della situazione ed in assenza di una struttura istituzionale mai esistita d’altronde  , neanche ai tempi di Gheddafi.    Resta altresì chiaro  che questa azione rappresenti nel futuro un’ appiglio politico per recriminazioni nazionaliste  ed un potenziale focolaio insurrezionale permanente.                                      Il Daesh che oggi conta 20 mila unità potrà in parte essere  limitato e controllato, ma l’Europa, non gli USA , ben distanti da questi luoghi, deve tener ben presente che Lampedusa dista 150 miglia marine da Libia , o Tunisia.

Mantenere un controllo politico -militare stretto ha costi piuttosto elevati e la loro suddivisione resta sempre dubbia.  Con ciò intendo dire che questa impostazione deve intrinsecamente  prevedere una sua evoluzione e nel breve medio termine  preordinare il ristabilimento di condizioni  più democratiche per non subire gli effetti di ritorno ……..

Buona Vita

 

 

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Libia , visione italica a geometria variabile!


Nelle ultime settimane con l’evoluzione del contesto politico in Libia ho letto varie interpretazioni che della situazione vengono fornite dalla stampa , dai media televisivi ed infine dai social.  Sulla stampa si continua a trattare l’omicidio di  Regeni quale affare di Stato. Non voglio assumere le posizioni della giornalista egiziana, ma certo “l’affaire” ha assunto proporzioni che vanno al di là della semplice richiesta di riscontri oggettivi sulla uccisione del ricercatore italiano. Sono due mesi ,  ed ancora si tratta come “affaire di Stato”. Possiamo attenderci al massimo delle scuse da parte del governo egiziano,  come affermavo due mesi orsono.

Niente di più.  Cinismo il mio? Non credo , la politica stessa ed in particolare la politica estera è impregnata di cinismo , da sempre. Le ragioni di Stato sono sempre state temi di rilevanza assoluta. 

Basti considerare il genocidio perpetrato dall’Arabia Saudita negli ultimi due anni, nei confronti degli yemeniti del nord , in quanto sciiti . Dei curdi , da parte della Turchia, iniziato da ormai 80 anni . Degli armeni da parte della Turchia,   da oltre cento anni.      O degli oltre 100 italiani morti, o in carcere, in vari paesi del mondo nel solo  2015.    Non ultima la studentessa italiana uccisa in Svizzera un mese fa.                                     Dopo l’annuncio il niente. Notizie non degne di essere ulteriormente approfondite da parte di una stampa ” di regime” che sottolinea e amplifica a dismisura l’impatto. Chiariamo,  la famiglia  Regeni ha tutto il diritto di venire a conoscenza  e vedere i responsabili assicurati alla giustizia, ma la politica estera di un paese che si promuove e vuole essere guida di una coalizione in Libia non può e non deve essere condizionata , se lo è, da un omicidio .

La politica è cinica, se non lo fosse , sarebbe altro ….Quando mi è accaduto di leggere tutta una serie di rivendicazioni da parte di specialisti , professori, giornalisti che sostanzialmente criticavano il non potere , la non adeguatezza , la complementarietà dell’azione italiana circa il caso Regeni , la mia del tutto personale reazione è stata di sconforto pieno.   Ma come , ci si propone di guidare una coalizione su richiesta del governo libico, si sostiene il governo di Tobruk come unico governo riconosciuto dalla comunità internazionale, si declama la sintonia con la politica del governo egiziano di Al Sisi , si forniscono armi e munizioni oltre ad una recentissima visita di Stato del Premier italiano al Cairo……… E poi sull’omicidio Regeni si monta un caso politico?      Si lanciano accuse ed invettive, si giunge al richiamo dell’ eccellente ambasciatore  italiano?  Bene,  miei cari osservatori vicini e lontani,  se volete credere a questa messa in scena e volete che i vostri lettori ci credano è affar vostro…..

Da parte mia ,come ho già avuto modo di scrivere in alcuni interventi non in Italia , vi hanno abbindolato ……. Il sostegno al governo di Tobruk era errato fin dagli inizi. Politicamente e militarmente. Ma tant’è , se il gen. Haftar dopo 20 anni in esilio in Usa , torna in Libia e diviene il padre padrone della Cirenaica, qualcuno lo ha nominato a quel ruolo. Se continua a non accettare il governo di Serray , qualcuno lo appoggia…..Se riceve armi, copertura , munizioni e supporto politico da parte di Egitto, A.S. , Qatar, ed in parte da Turchia e supinamente da Usa non è un caso.                             La Comunità internazionale, l’ONU , hanno creduto di bypassarlo con l’escamotage del governo di unità nazionale, ma lui ha trovato modo di respingere ogni voto in tal senso, di ricevere da parte di GB e Francia circa 1500 uomini delle forze speciali per cercare di rimuovere il Daesh dal litorale e quindi dai porti di carico del greggio , spostandolo verso la Tripolitania ed il sud del Fezzan. C’è uno “strabismo”  da parte degli occidentali che ha dell’incredibile, o almeno,  questo è ciò che si vuol fare credere alle rispettive opinioni pubbliche nazionali.

La realtà è più complicata ed in parte molto più semplice.   Del Daesh , parliamoci chiaro , non importa molto a nessuno. Sono circa 15 mila le milizie, non 5/7 mila , visto che buona parte di coloro che erano in Irak , oggi sono in Libia, ma sono capaci  di creare problemi interni.     Non ancora dotati di strategia per attaccare l’Europa. L’interesse è sempre il medesimo. La Francia e la GB sono interessate ad ottenere, tramite gli aiuti militari e l’accompagnamento del regime di Haftar , le concessioni per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi cirenaici.   

Quindi , come sostengo da tempo,  la reale volontà degli occidentali europei e, velatamente  degli USA , è quella di una divisione della Libia  tra Tripolitania, Cirenaica e Fezzan. Dunque la fragilità che assicuri il controllo..

Non esiste a mio avviso , a breve termine,  la possibilità di un governo di unità nazionale. Ecco allora che, spostandosi l’interesse italiano, ben conscio del suo ruolo più limitato nella parte Tripolitania ,ha cominciato a distaccarsi dalla “comunità internazionale”, seguendo con maggiore attenzione l’evoluzione di Serray.                    Tanto che nel suo insediamento ufficiale ,nella base navale di Tripoli, il corteo delle tre navi su cui  si è spostato il governo in esilio libico dalla Tunisia  alla Libia  , sono state poi tre navi della marina militare italiana a scortare dal confine delle acque territoriali tunisine  a Tripoli il convoglio governativo.  Nessuna notizia in merito.                                Si è anche avuto il coraggio di smentire la notizia…….. Ridicolo.

Ecco che allora il caso Regeni è stato in parte usato come “casus belli ” per raffreddare i legami con l’Egitto.  Inutile , da parte dei famosi esperti , affermare che si è perduto un business di forniture militari e di export commerciale, valutato da 2 a 2.5 miliardi di euro. La Francia ne ha  circa 5 e prossimamente 6/7. La GB da sempre  offre i suoi servigi finanziari ai governi egiziani. Niente di nuovo sotto il sole.  Obama che aveva per un periodo lanciato fiori sul governo  Morsi, ha da allora riveduto e modificato la visione.

Il giuoco di apparire più fessi di quanto in realtà siamo, è parte integrante della comunicazione politica governativa che ,nei limiti oggettivi ,trova ragione d’essere.    Certo , non siamo molto intelligenti.     Non disponiamo di strategie e visioni di medio – lungo termine, ma compatibilmente  ci muoviamo da furbetti , cercando di barcamenarsi  in un contesto che certamente è più grande di noi e dove non disponiamo della forza necessaria per imporre iniziative ……

Quindi per ricapitolare ….Il nostro esercito è orientato alla difesa, i nostri mezzi non sono in linea con operazioni e logistica  fuori dal territorio,  pochi i segmenti delle forze armate in grado di operare in contesto bellico. Non abbiamo accumulato esperienze belliche  in tal senso dalla seconda guerra mondiale ed i nostri comandi sono insicuri ed incerti in merito.  In ogni caso non idonei a guidare operazioni di una tale portata. Infine un’opinione  pubblica non informata ,  pacifista e abulica  senza comprendere a fondo  le implicazioni della difesa degli interessi nazionali.    Ecco allora che i vari commentatori dovrebbero rendersi conto,  ed invece di recriminare azioni e decisioni differenti , dovrebbero comprendere che il Renzi fa ciò che può , con i mezzi ed il popolo di cui dispone.  L’errore piuttosto è mostrare verbalmente una forza e capacità che non si detiene ….    Il re è nudo e l’offerta dei 250 militi riassume la verità .   Occupiamoci della Cirenaica, se ci riusciamo…. Camp Elephant (il maggior campo petrolifero dell’Eni in  Libia) dispone già di 500 contractors che ne assicurano la sicurezza.  Meglio tenersi stretto quanto abbiamo , piuttosto che cercare di afferrare l’irraggiungibile!

Buona Vita.

 

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Se la politica italiana studiasse la demografia


Purtroppo i politici italiani mancano decisamente di conoscenze ed istruzione per affrontare argomenti e temi che siano leggermente superiori al livello del populismo tipico delle povere maturità che in grande maggioranza hanno conseguito. Spesso tratto del tema perchè  di tante discussioni fondate sul niente, o peggio su convinzioni errate, la verità dei dati è evidente e sconcertante.

Pensate, secondo i dati del rapporto della Fondazione Migrantes i cittadini che hanno lasciato l’Italia nel 2012 erano circa 80 mila, 95 mila nel 2013 , circa 100 mila nel 2014 ed infine oltre 100 mila nel 2015!  Stiamo parlando di circa 400 mila persone mediamente sotto i 40 anni con cultura media .Circa 35% con una formazione universitaria. Non solo ci stiamo impoverendo in termini di Pil,  ma anche in termini di competenze e di risorse umane. A fronte di 21 miliardi investiti in istruzione nell’ultimo quinquennio!

Non va certo meglio se analiziamo  i dati relativi all’immigrazione. Al di là delle idiozie di certi leaders la cui crassa ignoranza é arcinota , gli stranieri che in tutto il 2015 si sono iscritti alle nostre anagrafi sono stati 39 mila (sic) . Un niente, se consideriamo che il flusso migratorio si aggira sui 200 mila annuo. La crisi economica e la percezione del paese da parte dei migranti si é degradata.  Giungono in italia  solo per raggiungere i paesi del nord Europa dove hanno dei parenti , o comunque dove l’assorbimento del mercato del lavoro é più ricettivo.

Insieme alla Germania  condividiamo in Europa il tasso più elevato di cittadini con l’età media più elevata ; 22% con una popolazione oltre i 65 anni, contro una media europea  del 18%.   Ma il peggio é che circa 1/3 della polazione supera i 55 anni. Comprenderete che con questi dati di fondo ed una disoccupazione giovanile che supera il 43% non saremo in grado di rovesciare il trend. Occorre una visione strategica in grado di ribaltare il sistema. Occorre capovolgere il mercato del lavoro introducendo tutta una serie d’incentivi che diano speranza ad una generazione che ancora a 25 anni non é in alcun modo inserita  e vive alla periferia di questa società .

Niente di peggio che la politica dei voucher. Strumenti ulteriori di sfruttamento e di precarietà strutturale in un paese la cui economia sommersa vale circa il 28% del globale.  Solo a dei mentecatti culturalmente labili può venire in mente l’introduzione di simili elementi di sfruttamento del capitale umano!  Ma vedete la differenza tra la politica tedesca e quella italiana si differenzia notevolmente proprio per le politiche di ricezione ed integrazione. Perché ? Perché la Germania del 2015 conta 80.7 milioni di cittadini residenti. Le proiezioni ben conosciute e valutate dalla classe dirigente tedesca sono basate su una popolazione che nel 2050 sarà di 71.9 milioni di cittadini. Ecco che si comprende la differenza nei confronti dell’immigrazione. 

Possibilmente istruita, capace d’integrarsi e divenire parte del sistema.  Ecco,  sappiate che l ‘Italia che oggi conta 57 milioni di cittadini residenti , ne conterà nel 2050  51.5 milioni. Modificare queste proiezioni che si basano sull’equilibrio nascite/morti é praticamente impossibile.  A parte la riottosità di un paese conformista e tradizionalista, di una classe dirigente non all’altezza delle sfide  attuali , significherebbe cambiare profondamente l’allocazione delle risorse  e l’attuazione di strumenti tali che attengono all’istruzione, al sistema sanitario , ed alla prevenzione. Oltre a modificare alla radice  comportamenti sociali e culturali !

Pensate che in Europa la popolazione attiva , quella cioe’  tra i 20 ed i 65 anni  ,                si ridurrà del 25% . Lo stesso vale per gli USA. Non per niente l’attuale campagna elettorale americana ha tra i suoi temi di maggior scontro l’immigrazione.                      Lo stesso dicasi per l’Europa dove i populismi, presenti ovunque,  stanno cavalcando il tema.  Pensate che a fronte di questa riduzione di popolazione attiva in Europa nei paesi meno sviluppati si passerà da 3.7 miliardi  a 4.8 miliardi di persone.  Giusto per farvi comprendere  il boom della popolazione a livello di  fascia subshariana;  Nigeria , Sudan, Etiopia,  quella che subirà il massimo di crescita , prevedendo un tasso di natalità del 3.1  si passerà da 962 milioni di abitanti a 2.1 miliardi. Per essere ancor più chiari prendendo la singola Nigeria dai 182 milioni  di oggi si passerà a 500 milioni!!!  Per coloro che desiderino approfondire il tema,  consiglio il testo del Prof. Livi Bacci        ” Il pianeta stretto” .Ed.Il Mulino. Un’eccellente lettura per la comprensione dei fenomeni che ci attanagliano.

Risulta  evidente che con questi dati,  l’idea peregrina degli imbecilli alla Salvini, Orban, Le Pen , ecc. ecc. di costruire muri , reti  di filo spinato e tutta la giaculatoria dei poveri di spirito non ha alcun senso. Così come quanto accaduto negli ultimi 20 anni nei conflitti geo-politici avvenuti in Afghanistan, Irak e Siria…… Conflitti ai quali l’Occidente ha partecipato attivamente , intervenendo su dinamiche religiose , basti pensare allo scontro sunnita – sciita , che a loro volta hanno prodotto genocidi e flussi migratori. 

Queste migrazioni prodotte dal desiderio di fuggire da guerre intestine  e tribali, si aggiungono ai flussi migratori causati da  ragioni economiche. Fuggire dalla fame , da esistenze terribili.  Ecco che, se si prendono in considerazione i vari fattori dirompenti  di questo esodo,  forse si riesce meglio a comprendere i danni  causati da interventi militari che non solo  non hanno conseguito gli obiettivi prefissati , ma reso il contesto socio-economico più fragile. Il terrorismo , il sorgere di milizie fondamentaliste rispondono ad una logica di espansione fondata sul controllo che alcune potenze quali, Arabia Saudita , Qatar  e Turchia per citare solo i maggiori finanziatori,  desiderano porre in essere.

Appoggiate dall’Occidente, praticano una politica binaria.  Il desiderio della Turchia é quello di espandersi ad est e sud ,vista la impossibilità di allargarsi ad ovest dove la UE si oppone,  e giustamente.  Quello dei Paesi del Golfo è di conseguire uno spazio vitale in Nord Africa e la fascia dei paesi musulmani asiatici dove la maggioranza sunnita impone il proprio credo. La religione è parte integrante e trainante di questa espansione. Basti vedere con quale attenzione il Daesh non manca  di eseguire,  ove mantiene il potere,  una rigida epurazione etnico religiosa nei confronti degli sciiti.  Non a caso il pensiero waabita  e la dottrina  sono imposti dai finanziatori stessi ,le teocrazie  saudite e  qatariote  Saudi ed Al Thani.  Sono questi i mandanti che dovrebbero essere colpiti , invece di dedicare tanti fiumi d’inchiostro a poveracci  pagati per immolarsi ad una causa che non potranno mai conoscere per la loro totale ignoranza! 

Buona vita a tutti

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Primarie USA, ancora un lungo cammino


Tante le valutazioni ed i giudizi. Molto spesso per sentito dire , o per partito preso.    Una cosa è certa sia Trump, che Sanders hanno definitivamente marcato queste primarie e ciò modificherà l’approccio dei due partiti sia all’interno che sul territorio. Trump rappresenta oggi una scheggia impazzita per il proprio partito , il G.O.P.       Grand Old Party.  Non gli attribuivo tanto spazio e forza ,ma decisamente mi sbagliavo. Nonostante rappresenti una variabile imprevista,  il suo populismo fa perno su una crisi socio-economica che ha reso gli Usa del post  2008 , un paese molto diviso.                       Come scrive Riotta , estremamente infelice , che non riesce più ad identificarsi con l’immagine che media e classe dirigente intendono e vogliono ancora proiettare. 

Non per niente ripetutamente Trump , il miliardario, fa appello ai sotto-scolarizzati, apostrofandoli e definendoli i suoi amati elettori. In un paese dove oggi inviare i propri figli all’Università  è restato solo un sogno per la classe media. Dove la continuità dell’impiego è pressoché irrealizzabile , dove una massa notevole di adulti ha subito tagli salariali e riduzione di funzioni. In parte ricorda l’elettorato Berlusconiano in Italia di 20 anni fa. La sua forza risiede  in una  comunicazione improntata al rifiuto del conformismo tipico del sistema , al rifiuto dell’establishment , ad un pragmatismo che si basa su  un recupero del potere da parte della classe media bianca di media età e di quella pensionata.  Certo le differenze di censo , anagrafiche , culturali sono nette  e molto chiare tra i candidati maggiori.  Profili ben studiati, targets definiti , politiche comunicative che non lasciano niente al caso.

I due candidati  maggiormente in luce secondo i media , Trump e Clinton , sono riusciti a conquistare 7 Stati ciascuno e ciò permette loro di tirare un sospiro di sollievo.             Ma entrambi non hanno ancora in tasca  , come invece si vuole accreditare da parte della stampa , il ticket vincente per la nomination. Trump perché il G.O.P. si rende conto che buona parte del suo elettorato, in particolare gli elettori sotto i 35 anni , non voterà mai un tale candidato per provata sostanziale diversità con lo spirito e la visione  del partito.   La Clinton perché nonostante il numero dei delegati ottenuti , la sua figura non riesce a penetrare nell’animo degli elettori di un Partito democratico che al suo vertice si mostra compatto nel supporto , ma che a livello territoriale non riesce a convincere parte del suo storico elettorato.   Trump rischia , anche se il fattore temporale gioca a suo favore,  di  giungere a Luglio a quella che viene definita la “broken nomination”.    Ovvero i maggiorenti del partito non ritengono Trump un candidato in linea con il partito e negoziano il nome di un candidato in pectore.       Certo è dagli anni ’60 che non succede, ma le condizioni sembrano esserci.              Trump comunque a Novembre non ce la farebbe contro una Clinton , e forse neanche con un Sanders. Politicamente sarebbe una rottura non da poco che modificherebbe gli equilibri interni al G.O.P ed anche tra quest’ultimo e le lobbies che lo sostengono da decenni.

Per la Clinton il discorso è diverso. E’ probabile che riesca ad ottenere la nomination, anche se il numero dei grandi elettori ad oggi non è a suo favore.  Ma la spaccatura notevole sia in termini numerici , sia di classe d’età e cultura che si è creata nel contesto dell’elettorato democratico è una frattura che non si rimarginerà tanto facilmente. E’ evidente a chiunque che Sanders gode del consenso dei giovani acculturati , dell’America di domani ed  il partito non può ignorarlo.                                 Inoltre Sanders ha di fatto ricreato nel quadro del Partito democratico una sinistra che non si fermerà con queste elezioni. Intendo affermare che ciò comporterà uno spostamento a sinistra del partito sui temi cari a Senders. Sanità, ingiustizie sociali,  iniquità generazionali .   La stessa Clinton ha modificato il suo approccio nel trattare determinati temi. Il tema della redistribuzione della ricchezza in un paese dove l’1% della popolazione controlla il 65% della ricchezza del paese, non è cero un argomento privo d’interesse quando i giovani sono di fatto esautorati …….

Infine se Trump non dovesse essere disarcionato , come personalmente ritengo , è tutto interesse del Partito democratico e della stessa Clinton continuare ad avere un Sanders come avversario per evitare una focalizzazione Trump/ Clinton che potrebbe nuocerle . Quindi ben venga una continuazione del duello fino al fatidico Luglio quando le nomination saranno fatte.   Di delegati dopo questo super martedì ce ne sono ancora molti da acquisire.

Trump conta oggi su 335 delegati, Rubio su 116, Cruz su 235 .                                               Hillary Clinton su 619 delegati,  contro 395  di Sanders.  Siamo ancora distanti ancora circa 60% dei delegati da attribuire sul fronte democratico e circa il 55% sul fronte repubblicano. La situazione interna al GOP resta aperta sulle figure di Rubio e Cruz. Cruz , nonostante non abbia ottenuto grandi risultati , sembra essere ancora la scelta dei vertici del partito. Cruz , rappresenta un’incognita , forse ancor più dello stesso Trump. La sua connotazione estremamente evangelica , fideistica, tipica del sud degli Usa non è  certo percepita positivamante dal resto del paese.  

Ecco anche qui che una rottura alla nomination di Luglio potrebbe modificare  e non di poco la fragilità dei candidati antagonisti di Trump.  E’ evidente che il fattore temporale  sarà determinante per affinare la competizione.  La scelta di abbandonare  da parte di uno dei due competitors repubblicani darebbe all’altro una forza non indifferente per almeno contrastare l’ascesa di Trump.  La negoziazione all’interno del Partito Democratico  tra la sinistra di Sanders che gode di una notevole appoggio e l’establishment  del partito solidamente affiancato alla candidatura Clinton. 

Occorre ricordare che l’elettorato potenziale riguarda meno del 50% degli aventi diritto al voto. Che la motivazione al voto è scarsa. Ma la crisi economica , la rabbia contro il governo,  la miseria crescente nel paese possono determinare spostamenti non indifferenti.  Certo è che gli USA sono di fronte all’ultima elezione  ove gli Wasp ,bianchi anglosassoni protestanti , sono maggioranza. Alle prossime sarà la quella latino-americana a dettare il giuoco , sempre che si rechino alle urne.                   La variabile etnica ritorna ad essere un’elemento  di peso nelle elezioni . Ecco che la famosa  linea Mason -Dixon  riassume un certo differenziale politico che non si è mai assopito ……

Buona  vita

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Libia : tempo scaduto


Ci avviciniamo rapidamente al punto di non ritorno. L’ipotesi tanto desiderata e ricercata dall’occidente di un ‘accordo tra le parti , ovvero tra i due governi di Tobruk e Tripoli non si è avverata, nonostante gli sforzi diplomatici dei negoziatori.                D’altronde le premesse lasciavano presagire questa conclusione.                                        Troppo marcate le differenze, troppo interessati i paesi che finanziano i due gruppi . Troppo divise e territorialmente diverse le tribù che da sempre controllano il paese in un coacervo di movimenti.   Ed infine troppo acerrimi i conflitti su base etnica fondati  su diversità reali tra le tre macro regioni che compongono da sempre la geo politica libica:   Tripolitania, Cirenaica e Fezzan.

Senza dimenticare il ruolo preponderante che Turchia e Qatar giuocano nel sovvenzionare con mezzi finanziari e bellici i Fratelli musulmani che controllano il governo di Tripoli.  Altrettanto evidente il ruolo esercitato da Egitto ed Emirati Arabi Uniti sul governo di Tobruk , dove il gen. Haftar gode di un’influenza preponderante sullo stesso esecutivo, avendo impedito di fatto ogni possibile accordo per un nuovo governo di unità nazionale. Sulla formazione di questo governo si basava la strategia italiana, per poi giungere ad un’esplicita richiesta d’intervento ed aiuto che consentisse l’invio di truppe per battere il Daesh.  E’ ormai evidente che questa soluzione non è ricercata , né voluta dai vari attori sulla scena. Ognuno dei quali convinto di poter risolvere a proprio favore la situazione.  Dimenticando tutti che il terzo e più tragico elemento è costituito dal Daesh che ormai controlla notevoli porzioni di territorio,  sia in Tripolitania , l’area di Sabratha ,  sia in Cirenaica,  lungo il confine libico egiziano e sulla stessa costa in prossimità delle maggiori postazioni petrolifere portuali. L’obiettivo del Daesh è quello di bloccare definitivamente l’esportazione di idrocarburi che mantiene in vita i due governi provvisori.  Anche se ormai l’ammontare estratto è esiguo. Da 1.7 milioni di barili del 2012,  siamo oggi a 200 mila …..

Ma il vero obiettivo , di cui ho ripetututamente scritto negli articoli precedenti,  è il caos che il Daesh vuole provocare per stabilire un vero e proprio controllo su almeno una parte preponderante del paese. Un vero e proprio Stato islamico.                                   Ciò che, anche in questo caso  abbastanza erroneamente , viene definito Califfato.        La realizzazione di quello che in inglese impropriamente è definito IS , islamic state.    Non esiste ancora di fatto. Hanno cercato di realizzarlo in Siria ed in parte dell’Irak , ma non ci sono riusciti . Non solo per gli interventi americani e degli alleati, ma soprattutto per la resistenza mostrata dalle popolazioni locali che si sono battute  e di cui la stampa ed i media in generale poco hanno scritto! In Libia la situazione sta rapidamente precipitando. come ho avuto modo di sottolineare nel precedente articolo. La brigate e le milizie che compongono le forze paramilitari dei diversi attori sul terreno sono allo sbando. La pletora di attori è essa stessa la ragione di fondo di una situazione tragica. Alba Libica , formazione legata ai Fratelli Musulmani, ha perduto molto del consenso di cui godeva. Non avendo un nemico , ma più nemici con cui battersi. Le brigate di Zauwia  e Janzour  stanno attualmente aiutando la prima  nel cercare di rispondere agli attacchi del Daesch .  Ma ciò che sta avvenendo,  come in precedenza accaduto in Siria e Libano , è che il Daesh sta creando vari campi di addestramento lungo il confine tuniso – libico dove, non solo tunisini ex combattenti in Siria, circa 7000 , ma nuovi arrivi dal Mali e Niger stanno giungendo di continuo.     La stima per la Tripolitania è che vi siano almeno 10 mila tunisini  che si trovano nel paese .  Un numero altrettanto numeroso di combattenti  si trova in Cirenaica , dove si raggruppano i combattenti di ritorno dalla Siria, , gli ex fratelli musulmani egiziani  ricercati dalla polizia di Al Sisi  e finanziati  dall’ Arabia Saudita e Turchia con mezzi e munizioni.

Ecco perché il tempo è scaduto.  Offrire al Daesh un’ulteriore spazio temporale significherebbe fornire loro il tempo di aggregarsi ulteriormente e di fatto impiantarsi permanentemente nel paese,  di fatto annientando il potere stesso dei due governi fantoccio che si dividono il paese senza averne di fatto alcun controllo reale!                Ovvero si è voluto credere , o far credere , che i due governi provvisori rappresentassero in una qualche misura il potere delle tribù nelle quali il paese reale è diviso.                     La realtà amara è che si è sopravvalutato il ruolo di questi ultimi in quanto i rappresentanti hanno finito per rappresentare solo se stessi!!!  E le 60 tribù maggiori che determinano il vero potere nel paese hanno ritirato la loro fiducia.                                 Ecco perché non si è giunti ad un accordo di massima. Egotismi, leaderismi hanno affossato la possibilità per il paese di restare unito. Lo stesso Haftar con il suo protagonismo sterile,  ha finito per fare il gioco al massacro. Purtroppo in questo supportato dall’intelligence americana di cui è di fatto espressione dopo 20 anni di soggiorno negli Usa .  

Inutile credere che si possa risolvere il problema Daesh con bombardamenti mirati. Occorre mettere  sul terreno dai 5 ai 10 mila uomini!! Lo stesso numero di cui la Pinotti parlò in un’ impeto di trasparenza un anno fa!    Ma per fare cosa?   Ecco, qui la visione strategica diviene più confusa e opaca. Una suddivisione della Libia attuale che conduca ad entità indipendenti delle tre Regioni? Questa la soluzione preferita  dalle 4 potenze territoriali impegnate nel conflitto :  Egitto. Turchia.,Qatar ed Emirati Arabi .     Ottenere aree d’influenza dove poter esercitare i loro interessi .Certo è che all’Italia verrebbe in tal caso  affidato il controllo della Tripolitania……L’influenza italiana e dell’ENI si é sempre esercitata  in questo territorio.  Alla Francia quello del Fezzan , enorme territorio desertico confinante con le ex colonie francesi Mali ecc. dove esercitare un controllo – filtro degli islamisti che risalgono dal sud e dove metalli e terre rare sono in gran quantità.    E la Cirenaica?  Quella, forse, sarebbe affidata agli inglesi con dualismo operativo americano come i fratelli siamesi. 

Una cosa è certa, l’intervento è prossimo. L’Italia ne è profondamente coinvolta.       Non può certo restare alla finestra. Né ritenere di giocare la partita di riflesso.             Non solo sono in gioco interessi enormi in quel paese per il futuro, ma soprattutto la ragione primaria è garantire la propria sicurezza. Le coste libiche distano 250 km  dall’Italia. Il flusso dei profughi e migranti con l’approssimarsi della primavera estate  diviene un rischio assoluto in condizioni di guerra totale al Daesh . Ed infine non si può restare spettatori di un caos che produce migliaia di morti e profughi .

Questo è il prodotto di politiche scellerate che non comprendono che la globalizzazione non rappresenta  un fattore di progresso “tout azimut”. La democrazia non discende dall’alto , ma si crea dal basso in condizioni date.   Queste condizioni variano da latitudine a latitudine, da continente a continente, da territorio a territorio, non volendo considerare i fattori religiosi e socio – economici. L’interventismo ottuso provoca solo disastri  e gli ultimi 25 anni lo dimostrano ampiamente.  Occorre prenderne atto e cercare d’intervenire il meno possibile e solo in casi di emergenza .

Buona vita a tutti.

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Chi finanzia i candidati alla presidenza americana?


Prima di dare semplici , ma quanto mai interessanti dati sul modo in cui i candidati ricevono i fondi per la loro campagna,  è fondamentale sottolineare che questa informazione è raccolta e diffusa per rendere pubblici i contributi. 

Questa rappresenta  una reale e corretta trasparenza che permette di comprendere chi sono i supporters e su quali interessi si fondino le loro donazioni. La legge prevede cioè che le lobbies siano iscritte in uno specifico Albo. Non solo, ma  che siano nominati i lobbisti che operano intorno alle Istituzioni parlamentari. Ciò che permette a chiunque di valutare l’apporto politico delle lobbies in cambio di rappresentarne gli interessi al momento del voto di provvedimenti legislativi che abbiano per oggetto i loro rispettivi settori industriali e merceologici. Quando anche  in Italia avremo una simile legge avremo conquistato un pezzo di trasparenza in più ed avremo fatto fuori qualche interesse illegittimo e corruttore.

CLINTON

Dall’Aprile del 2105 , quando annunciò la sua candidatura ; $163 milioni !

Di cui 1/3  attraverso il Super Pac  che sono comitati  autorizzati  a ricevere donazioni illimitate. Tra questi Priorities  USA Action , da solo,  per 41 milioni. Steven Spielberg , Jeffrey Katzenberger.  La lobby delle donne  della Emile’s List , Geroge Soros  con 8 milioni. Oltre a $15 milioni pervenuti da circa 100mila donazioni individuali 

SANDERS.

Unico candidato che non dispone di un PAC , avendo rinunciato  a ricevere donazioni da lobbies di qualsiasi tipo ed avendo fatto della lotta alla corruzione politica ed al potere espresso da Wall Street il suo manifesto politico e l’asse  portante del suo agire politico. Incredibilmente ha messo insieme 73 milioni  con contributi che in media sono di $27 !!! Lontano dalle somme di altri candidati delle ricche famiglie americane. Nelle 18 ore seguenti che hanno seguito alla sua vittoria in New Hampshire   ha raccolto  5.2 milioni di dollari . Un record quello conseguito anche nei confronti di Obama che  vinse proprio grazie ai contributi volontari.  Dal 1° Gennaio ha raccolto tra i cittadini ben 20 milioni di dollari.   

TRUMP  Magnate miliardario  che dispone di un patrimonio personale di circa 4.5 miliardi di dollari.  Con il solito approccio lui ne dichiara 10 ! Attraverso il suo PAC ha ricevuto 1.8 milioni.  Nell’insieme  i suoi contributi in totale assommano a 20 milioni.

RUBIO 

Ha raccolto circa 65 milioni. Tra il Gruppo GEO ed il Responsive  Politics. Vari i contributi di vri e propri attoridella finanza internazionale . Goldmann&Sachs , Bank of America,  Koch Industries  e pure Walt Disney.

CRUZ 

Circa 60 milioni di dollari . Due principali donatori , i fratelli Farry e Dan  Wilks  per un totale di 15 milioni. Due petrolieri texani molto pii  e benpensanti che fanno parte della vasta area dei Tea Party. Il gruppo Caprok Partners con 10 mioni  ed il Renaissance  Technologies con 11 milioni.

BUSH

Di difficile quantificazione sembra essere accreditato con 80 milioni di dollari.                In particolare provenienti da gruppi industriali legati al settore degli idrocarburi  e del complesso militare industriale che ha in TX il 70% delle proprie aziende di produzione. Gode inoltre dei contributi familiari Il suo PAC deve ultimare le informazioni relative ai contributi individuali.

Buona vita

 

 

 

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Il dibattitto repubblicano? Che pena!


Mentre gran parte dei miei connazionali s’inebriavano ascoltando Rai 1 ed il suo programma , mi sono interessato al dibattito del G.O.P. . Vi prego  di credermi , ne valeva la pena. Il peggio del peggio andava in onda, e pensare che tra quei candidati sortirà il candidato alla presidenza degli USA da parte repubblicana c’è di che preoccuparsi seriamente. Un dibattito che è scaduto  a livelli grotteschi.                            La commemorazione del giudice conservatore Antonin Scalia è stata un’ulteriore discesa agli inferi per questa infausta compagine  di candidati in cerca d’autore.

Insulti, urla, accuse tra Trump e Jeb Bush. E tra quest’ultimo e Marc Rubio.                      Jeb Bush, Marc Rubio  Cruz sono tutti indistintamente  sotto pressione.                      Trump è in testa ed il Grand Old Party è letteralmente nella confusione più estrema nel cercare di arginare la logorrea di questo candidato che esula dal perimetro politico fissato dal suo establishment.

La pressione è dovuta alle pessime performances offerte nelle ultime settimane.          Ed al rischio per i più deboli di dover ritirarsi dopo il super martedì del 1° Marzo.   Trump continua nel suo sport preferito a denigrare e mostrare il suo egotismo stellare.   Ma ammetto, nel suo caso non sono obiettivo, avendo subito “il fascino” del berlusconismo negli ultimi 20 anni. Gli attacchi più virulenti tra Trump e Jeb Bush hanno avuto come tema la guerra in Irak. La guerra madre di tutte le nostre attuali situazioni in M.O.  L’accusa rivolta a George Bush ed alla famiglia tutta , di aver commesso un’imperdonabile errore nell’invadere l’Irak sul falso presupposto che possedesse armi di distruzione di massa .

Ed infatti non ce n’erano!!!!!! Come lo stesso Blair ha ammesso 10 anni dopo!            Come ha dichiarato poco dopo il dibattito il responsabile della campagna di Trump , Lewandowski , l’attacco era premeditato. Si conta sul pessimo ricordo che i due Bush hanno lasciato nell’opinione pubblica americana dopo 12 anni di presidenza, tanto sul piano interno,  che in politica estera. In particolare per la mistificazione e  le falsità   che hanno prodotto migliaia di morti di militari americani. Il commento del Republican Polster ,organo d’informazione del GOP è stato al vetriolo. “Seriamente questo dibattito è quantomeno tragico. Il GOP sta distruggendo se stesso questa notte …..Non hanno alcun capro espiatorio  , se non se stessi!”.

Come accennato il dibattito avveniva poche ore dopo l’annuncio della morte del giudice della Corte Suprema , Antonin Scalia. Anche su questo l’animosità dei sei candidati si é manifestata nell’affermare che il Senato dovrà mettere in atto il massimo “filibustering” per rinviare la nomina del nuovo giudice,  impedendo ad Obama di poterlo fare entro il Gennaio 2017.  Per inciso i giudici della Corte Suprema sono eletti a vita. E ciò ha permesso ai conservatori di avere 5 a 4 la maggioranza all’interno della Corte. Riequilibrare il numero dei  membri liberali, sarebbe un’eccellente lascito da parte di Obama. Unico presidente intellettuale degli ultimi anni che ha praticamente subito l’opposizione acerrima dei due rami del Parlamento per quasi tutta la sua presidenza. Credo personalmente che farà carte false per lasciare questo suo lascito esercitando il suo potere fino all’ultimo.

Il dibattito ha continuamente mostrato  un’aggressività febbrile  e nel contempo gratuita  , tanto che uno dei candidati Kasich  è intervenuto affermando  ;              “Ritengo  che stiamo rendendo un favore ad Hillary Clinton se  continuiamo  in questo modo” !  Ma a parte gli insulti da bar, degni della peggior soap opera , ciò che lascia esterrefatti è la mancanza di un serio dibattito , di tematiche all’altezza dell’evento. Ogni candidato ripeteva incessantemente il proprio refrain.  Trump delle sue doti imprenditoriali, Kasich offrendo come “plus” il sistema sanitario dell’Ohio  di cui è governatore, Rubio e Cruz che discutevano sulle rispettive amnistie.   Un teatro dell’assurdo! Dove  circolarmente ogni candidato esprimeva il suo odio personale nei confronti del seguente.  Politicamente  una catastrofe per il G.O.P. 

Il risultato fino a qui espresso da questa lunga campagna presidenziale  è piuttosto imbarazzante. In primis per i due partiti contendenti. Entrambi alle prese con situazioni, contesti e candidati che non sembrano riflettere le reciproche aspettative. Un G.O.P che si trova di fronte ad un Trump che di fatto ritiene “unfitted” per ricoprire la candidatura, ma che non ha né la forza , né il coraggio di limitarne il supporto nel timore che il magnate possa comunque candidarsi indipendentemente .                               I due candidati che sono  i favoriti  delle lobbies e del partito,  Rubio  e Bush che non riescono a fare la differenza e subiscono malamente gli attacchi degli altri contendenti, non offrendo alcuna capacità di risposta , ma soprattutto restando in balia di dibattiti che potrebbero evitare , rilanciando temi ben più vicini al cuore del proprio elettorato.

Nel campo democratico sembra si assista ad un simile  rigetto della candidatura unica della candidata per eccellenza, Hillary Clinton.  Una candidata “in pectore” che ha avuto dalla sua le massime chances . Un supporto finanziario notevole che le permetterà di perseguire la candidatura fino all’ultimo senza alcun dubbio.                  Sembra di assistere all’ennesima ripetizione del confronto con Obama.                     Partita in assoluto vantaggio, la moglie di Bill Clinton , donna intelligente, di grandi risorse, paladina “ante litteram” dell’emancipazione femminile negli USA degli anni ’70  si spense lentamente di fronte ad uno sconosciuto professore nero .                            

Il fattore razziale per una volta fu sconfitto grazie ad un’onda di cittadini che con somme da $5 rimpinguarono le casse di questo outsider.  I tempi sono mutati, il fattore razziale, ancora una volta,  ha ripreso il sopravvento.  Gli attacchi contro Obama sono il frutto di questo ritorno al passato.   Causa primaria di questo razzismo ,   la crisi economica, che come in tutte le società occidentali  finisce per dividere  ed opprimere i più deboli. E la classe media americana è oggi molto , ma molto più fragile di 10 anni fa

Ed allora la candidata democratica non viene più percepita come uguale, ma diversa. Lei inizia ogni discorso con IO, il suo contendente , un’ Obama bianco, meno istruito , vecchio , ma combattivo e credibile  con un NOI.    Piccole differenze voi direte ….       No, enormi per un elettorato che non è mai stato ideologico  come quello europeo.      Per potenziali elettori che spesso non votano, proprio in quanto non fanno parte del sistema . Che mai hanno creduto di poterlo mutare.   Ma che oggi sono alla canna del gas.  Odiano i “politici”, detestano la casta dei rappresentanti che  dichiara alla Camera non meno di un milione di dollari di reddito annuo ed al Senato addirittura 2 milioni di dollari!  Ecco le ragioni di questo estremo desiderio di cambiare. 

E chi più dei giovani americani e delle donne può volere cambiare un sistema che letteralmente li ignora.  Queste le ragioni ,tra le altre,   per il supporto democratico all’outsider Bernie Sanders. V  edremo, ma certo con una tale crisi socio-economica la campagna fin qui condotta da entrambe le parti dovrà  cominciare a guardare la realtà del paese più che i singoli  sterili egotismi.

Buona vita  

 

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Elezioni USA, secondo capitolo……


Rileggendo il precedente post,  credo che quanto scritto stia svolgendosi nel modo  anticipato.  Cominciamo da Hillary Clinton. Come affermavo la sua campagna sta perdendo colpi ed il suo staff di comunicazione rischia di saltare. Ma certo le parole di sostegno espresse da Madeleine Allbright  non hanno avvantaggiato la corsa , anzi al contrario le femministe d’antan le hanno procurato dei problemi.  Come affermavo, la sua candidatura incontra difficoltà crescenti , e proprio nel campo  femminile.

Il principio secondo il quale la candidatura presidenziale potrebbe  per la prima volta condurre una donna  al vertice dell’esecutivo, non pare così attraente.                              Non perché il discorso di genere non sia sentito, ma certo l’elettore della classe media  oggi in Usa è molto più interessato alla sua personale quotidiana esistenza che diviene sempre più incerta e talvolta economicamente aleatoria. Eh sì,  perché per la prima volta, dopo decenni,  le elezioni si svolgono in un periodo economico che limita i fasti , gli sprechi  ed il flusso di denaro che storicamente ha accompagnato l’appuntamento elettorale. Dodici candidati repubblicani e tre democratici da lunedi 1° Febbraio si sono lanciati in ben 4 mesi e mezzo di primarie.  Siamo già scesi a 11  repubblicani e i democratici sono 2. Un primo turning point avverrà  al super martedì  in Marzo dove ben 14 Stati sono chiamati al voto sfoltendo notevolmente il gruppo del Grand Old Party.

Tornando ai risultati del New Hampshire ciò che ha colpito, non è solo l’affermazione dei due candidati estremi,  Trump e Bernie  Sanders. Il primo con circa il 33% dei voti contro 15.5% per Kasich e poco più dell’11% per Jeb Busch, 10.5% Marco Rubio                                                                

Sanders ha vinto con un distacco sulla Clinton superiore ad ogni attesa 58%  contre 40%. Tenuto conto dell’enorme diversità  di supporto tra i due candidati democratici , delle differenze socio economiche e demografiche del loro elettorato, e della loro presunta forza territoriale,   la campagna sarà lunga e si svolgerà con alti e bassi  ancora per  due mesi. 

I  fondi raccolti da  Hillary Clinton presso lobbies e istituzioni , nonché da parte di numerose “zaibatsu finanziarie”quali; Goldman&Sachs,JP Morgan, Price Waterhouse , Deloitte, incluso qualche fondo da parte della famiglia  Al Saud ,  le permetteranno di continuare la campagna  con alcuni cambiamenti in corso d’opera. Già alcune modifiche nella strategia elettorale sono e saranno ancor più visibili quando saremo al Sud ,nella Dixon line . La convinzione del team Clinton è che in South Carolina, Nevada,  ecc.  vi siano supporters nella comunità latino americane e locali in grado di riequilibrare lo scompenso con Sanders.

La mia personale convinzione , per quanto valga, è , come affermavo, che le donne della middle class non si identifichino affatto con la candidata. Inoltre come affermavo nel post precedente,   la maggioranza dei votanti  attivi è sotto la soglia dei 50 anni, in prevalenza femminile . Si conta molto sul ruolo svolto dalla Clinton in passato nei confronti dello  status della donna nella evoluzione della società americana.  Credo che questo ruolo e contributo appartengano al passato e non venga più computato , né attribuito.

Veniamo adesso al fenomeno Bernie Sanders .  Già previsto vincitore in New Hampshire come il rivale Trump, ha stupito per il distacco inflitto alla Clinton.  Ma già in Iowa il suo risultato praticamente di parità era stato straordinario.  Lui originario del Vermont.      Più plausibile il risultato nello stato vicino.  Ma qui si assiste ad un onda che sembra non arrestarsi.  Giovani di entrambi sessi , donne in carriera , impiegati , ogni tipo di etnia, tutti sembrano aver scoperto il candidato “socialista”.  Così lui stesso si è definito. Sfrontatezza, ,coraggio, non chalance , comunque sia un candidato diverso per la sua età , per l’ideologia  a cui si richiama. Si perché in USA socialista  è sinonimo di comunista, non di social democratico.

E credetemi non è certo con queste carte che ti presenti in Usa candidato alla presidenza! Ebbene il candidato outsider,  che più outsider non si potrebbe,  ha accumulato negli ultimi tre mesi una platea di elettori di proporzioni notevoli.  I suoi temi sono semplici, così pure i concetti . Niente più , niente meno di quanto esiste in Europa e che l’americano ha sempre sognato di avere.  Assistenza sanitaria garantita per tutti, Minimo salariale orario , Istruzione gratuita fino all’Università.                                           Tre pilastri di una società evoluta , nord-europea che gli americani sognano da sempre.  E che oggi è divenuta un miraggio,  a fronte di una crisi economica che rende l’ inviare i figli all’Università , un miraggio per la classe media. Per non parlare dell’assistenza ed oggi dell’invecchiamento della popolazione con le patologie di senilità ed Alzheimer che hanno costi irraggiungibili . Tra $4000 e  $5000 /mese in una struttura media! Da noi siamo tra 2500/3000 euro. Ma dove farmaci , visite , diagnostica , ospedalizzazioni coperture , sono in gran parte gratuite. Tutto ciò in USA lo si paga!

Ecco che allora si comprende che in un momento di grande transizione , dove il sogno americano non è più tale, dove la vita quotidiana diviene pesante e le sfide molto meno attraenti, si comprende perché i giovani americani che sanno di non poter contare su un futuro scintillante,   che vivono l’incertezza sulla loro pelle,  e si rendono sempre più conto che il potere , la rappresentanza,  il sistema  non s’interessa  a loro.                             Ecco questa presa di coscienza rende il messaggio di Bernie diretto, semplice, partecipativo e solidale.  Lo spot stesso della campagna è il prodotto di questa semplice visione dei rapporti tra  cittadini, o meglio di come dovrebbero essere. Potete vederlo sulla mia pagina FB.

E adesso veniamo a Trump. Ripeto quanto espresso nel precedente blog.                              Il G.O.P detesta Trump perché mette in risalto quanto di peggio ed infausto c’è nella destra. Quella gretta, illiberale, ignorante, ciò che definirei  “berlusconismo” .               Un concetto che in questo occidente è visibile ovunque a qualsiasi latitudine  .

La logica dell’uno su mille ce la fa ed omette di dire cosa succede agli altri 999. Elettoralmente non credo che mai riuscirà  ad imporsi come candidato GOP.                        La stampa americana lo sta letteralmente demolendo . Il Daily News di ieri lo ha decritto in prima pagina come un clown malefico  con la seguente dicitura;                                    L’alba del morto cerebrale !  L’Huffington Post ,edizione Usa,  lo dipinge come ;              Un razzista , sessista, xenofobo e demagogo…… Il New York Post, afferma che  il voto del New Hampshire mostra quanto  gli americani detestino i politici di carriera.                       E stavolta la copertina riporta la Clinton con la scritta Berned! 

Nel caso i due contendenti finali dovessero essere Trump che,  in questo caso si presenterebbe da indipendente  e non con l’appoggio GOP e Senders mi spendo nel dire che tale e tanta è la voglia dell’elettore americano medio di un serio cambiamento dello scenario politico che Sanders potrebbe vincere.  Ma nel frattempo un altro outsider potrebbe scendere in campo Bloomberg, il magnate dell’editoria , ex sindaco di N.Y.      Tra i repubblicani che sono nell’ottica dell’establishment  Marco Rubio , anche dopo la figuraccia , e Jeb Bush.    Ma entrambi devono migliorare e di molto il loro score !  Vedremo…. Personalmente , pur se ancora scettico sulle chances finali di Bernie Sanders,  lo considero il mio preferito. Per quel desiderio di rottura degli schemi e la voglia sublime di un settuagenario di rendere il mondo migliore per i nipoti .

Buona Vita.

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Libia,equilibri inconciliabili, equilibri insostenibili.


La bocciatura da parte del Parlamento di Tobruk dell’accordo tra i due governi , riporta indietro le lancette dell’orologio per un’ intervento di “peace keeping e peace enforcing” da parte di una coalizione UE con appoggio tattico statunitense.    Fayez Al-Serraj, il premier incaricato,  incontra notevoli difficoltà a superare le divisioni all’interno della coalizione delle tribù e quindi della milizie  che da ovest ad est si dividono il paese e le sue risorse.  

Molto si è discusso sul ruolo del gen. Khalifa Haftar  circa il rifiuto opposto all’art.8  dell’LPA che prevede un numero smodato di ministeri , 32 , ma soprattutto sul fatto che l’uomo forte ed a capo della difesa di Tobruk fosse stato esautorato da ogni ruolo di prestigio e potere.                                                                                                                            

Al di là degli scontri personali tra Haftar e l’attuale ministro della Difesa incaricato , Al  Barghati,  il problema della posizione e della personalità stessa di Haftar sono da sempre oggetto di rigetto .    La sua più che ventennale vita  in USA quale rifugiato politico , dopo essere stato uno dei più attivi gen. di Gheddafi, il suo ritorno in Libia  , la sua visione del conflitto e la pressione esercitata sull’intero governo , la dicono lunga sulle riserve espresse.  L’LPA , acronimo di Libyan political Agreement , è frutto di una serie di equilibri che rendono l’accordo molto fragile . 

A mio modesto avviso del tutto inconciliabili nel breve termine .   A cominciare dalla visione stessa su cui si fondano.  La differenza sostanziale tra la visione occidentale , definiamola in tal modo per comprendersi meglio,  e quella geo-territoriale delle fazioni e milizie coinvolte .  Quella occidentale vede nell’accordo  il prologo di un governo che,  una volta insediatosi richiede l’appoggio ed il supporto della UE  con il supporto tattico USA per combattere il Daesh e  giungere ad uno Stato libico unitario capace di riprendere in mano il governo del paese.   La visione  delle realtà geo-politiche  che compongono il mosaico sul territorio e che vede  varie figure assumere il ruolo di veri “Signori della guerra”  è di non concedere  al Governo provvisorio  il potere di fatto per strutturarsi ed agire in tal modo….. Bensì di mantenere sulla carta e ancor più sul territorio dei “caveat” onde rimarcare i propri interessi e  garanzie. 

Occorre ricordare inoltre ,  “last but not least” , il ruolo che sullo scenario libico giocano  i supporters delle fazioni (governi) decisamente interessati ai risvolti che prenderanno le varie fasi nel corso della lunga evoluzione del paese.

Da sempre la Turchia , alla quale la UE vuole concedere aiuti  per 3 miliardi di euro!      Chi controllerà il loro utilizzo una volta erogati?  Quali le garanzie offerte per il mantenimento dei profughi? Appoggia il governo di Tripoli in mano agli islamisti (Fratelli musulmani)  e li rifornisce in armi via mare . Un Giano bifronte in piena regola. Membro Nato che fomenta i Fratelli musulmani in Libia , che ha supportato e supporta il partito islamista En-Nhada in Tunisia ed ha sovvenzionato il regime islamista di Morsi in Egitto  per tre anni fino alla caduta.

Dall’altra parte Egitto ed Emirati Arabi Uniti che  appoggiano il governo di Tobruk .       Da sempre Al-Sisi,  il presidente egiziano,  mantiene una stratta sorveglianza sul confine libico-egiziano ,  non solo per contrastare  le milizie dei fedelissimi di Morsi  che hanno trovato rifugio nel sud  della Libia e che da lì organizzano delle incursioni in territorio egiziano, ma anche per aiutare il governo di Tobruk nel governare il territorio di confine ad est dove le milizie di Misurata fino a poco tempo fa , controllavano una vasta parte di territorio.    Gli EAU  intervengono da sempre a livello finanziario nel fornire mezzi ed armi , oltre che istruttori militari.

Quindi varie sono le pressioni che sono esercitate sulle parti dall’esterno .                       Per non parlare delle divisioni e diatribe tra le tribù nelle quali si divide la Libia da est ad ovest , da nord a sud.  In questo puzzle di tribù, etnie, lingue , dialetti, si trova oggi il paese reale che sostanzialmente si augura di non essere più sottoposto a ricatti di ogni genere e di poter riprendere  a praticare una vita normale dopo anni di eccidi e  di atrocità. Un paese che conta su una ricchezza in idrocarburi che certamente complica , e non poco, la soluzione per una pace duratura. Un paese che fino a al 2014 produceva 1.7 milioni di barili anno e che oggi arriva a malapena a 200 mila. Un ‘introito per le casse della ex Jamarya  di circa 400 milioni di dollari/giorno che permetteva ai 5 milioni di libici di vivere senza lavorare.

Per tornare alla fase di intervento è evidente che, come affermavo negli articoli precedenti,  la volontà della UE è quella di porre l’intervento stesso sotto l’egida delle NU e della richiesta stessa del Governo provvisorio. Ma se ciò non dovesse accadere,  nel senso che l’esecutivo non riuscisse a formarsi e ci si trovasse dinanzi ad una “no man’s land”,  la pressione che potrebbe essere esercitata  prenderebbe una forma diversa.         In un precedente intervento,  fissavo ad un  massimo di 60 giorni il periodo in cui intervenire , fine Marzo!  Dallo scorso Settembre se ne discute, ma sempre si è voluto credere in un intervento  sotto l’ombrello giuridico ONU , anche per evitare discorsi colonialistici di dubbio gusto.

Quindi oggi di fronte  ad uno stallo si afferma che si potrebbe aggirare l’impasse della non agibilità governativa imponendo sanzioni nei confronti di alcuni esponenti dei Parlamenti rivali che ostacolano l’insediamento del Governo provvisorio .                    Certo è che ormai da Novembre lo stato maggiore del Daesh si è insediato in Libia.        Che continua ad espandere la sua influenza pur non contando su numeri eclatanti.           Si stima a non più di 20 mila le unità affiliate!  Ma è chiaro che ove esiste il vuoto , è semplice e facile occuparlo.  Il lasso temporale ormai è agli sgoccioli..

Ma se non si vuole rendere sempre più complicato e sanguinoso l’intervento occorre muoversi. Con gli alleati  nord africani , con il supporto della maggioranza libica, con il governo provvisorio.  Perché Marzo è il limite temporale?  Per il meteo che diviene buono e permette spostamenti più rapidi senza tempeste di sabbia. Per la ripresa delle ondate di profughi che prenderanno il mare e potranno essere soggetti a ricatto  e/o ad eventuali prese d’ostaggio. Per evitare che insediamenti ramificati e protetti possano essere posti in essere  nel frattempo,  determinando ostacoli ancor maggiori alla liberazione del territorio. 

Vorrei infine sottolineare che quanto espresso circa un’ intervento concordato , è frutto di una ragionevole e strategicamente pianificata azione che ha per fine la messa in sicurezza della popolazione libica e della fascia sud dell’Europa di cui l’Italia è lo Stato più prossimo.    Non più di 100 km ci separano da Lampedusa.                                                Un Daesh che dovesse prendere piede in Libia , non solo ci porrebbe di fronte a rischi di ogni tipo, ma costituirebbe un pericolo per l’intero territorio europeo divenendo la base operativa per attentati su larga scala.

Buona vita a tutti. 

 

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Usa, elezioni e populismo


Giusto un assaggio di quello che da osservatori vivremo nei prossimi mesi. Sociologicamente sembra proprio che il nostro paese assomigli sempre più a ciò che molti ritengono essere il miglior paese al mondo. Peccato che ad un’ attenta analisi  questa visione si dissolva rispetto alle idealizzazioni originarie.  Intendo con ciò la dicotomia sempre più evidente tra abbienti e classe media. Tra Wasp e le altre etnie.    Tra élites e cittadini. Tra Nord Mason e Sud Dixon.  Il razzismo latente diviene nuovamente un elemento di divisione. Un razzismo che prima divideva il bianco dal nero e oggi si allarga alle altre etnie che diverranno prossimamente dominanti , i latino americani. 

La crescita  del  paese è rallentata,  il melting pot di cui per decenni si é positivamente parlato ed argomentato comincia a preoccupare la middle class che si sente minacciata.  Minacciata dalla precarietà crescente , da salari che non crescono più al ritmo di una volta.    Da costi dell’istruzione che risultano sempre più irraggiungibili.

Negli anni ’50 e ’60 il sogno della middle class era riuscire ad inviare almeno uno dei 2/3 figli all’università. Un    sogno che é stato realizzato da oltre la maggioranza delle famiglie. Oggi le cosiddette università dell’Ivy league hanno costi medi tra tuition e board dai 25 mila dollari annui in su…… Ma dove Princeton , Harvard, Yale si arroccano sui 40 mila . Senza contare l’esame di entrata che oggi diviene una vera roulette a fronte del numero di stranieri che concorrono , cinesi , giapponesi,   in gran parte ,che già selezionati nei loro rispettivi paesi sono inviati da questi ultimi con borse di studio statali.

Per non parlare dell’incubo della copertura sanitaria .  Un   vero incubo per ogni americano che si avvicina alla vecchiaia.  Il buon Obama ha tentato anche in questo campo di introdurre una copertura parzialmente simile a quella europea, ma senza riuscirvi. Le lobbies in questo paese sono arroccate nei loro profitti e la sanità privata  non é pronta a concedere cure  gratis!!!! Pensate che una semplice visita da un medico generico costa dai 70 ai 90 dollari. Non  esiste il medico condotto. L’ospedale ti accoglie se hai una copertura sanitaria  che significa  avere un’impiego con minimo di 8 ore giornaliere.  Il part time  di  quattro  ore per diem non é contemplato.  Oltre 90 milioni  su 300 non hanno assitenza medica. La mortalità infantile pone gli USA al 167 ° posto nel mondo , dati OMS.   In Europa,da sempre,c’é un’accordo di base su ciò che é definito stato sociale,un consenso interclassista metabolizzato .Niente di tutto questo é mai stato contemplato negli Usa dalla loro nascita .

E la situazione sembra peggiorare di  anno in anno. La sicurezza, un tema molto caro ai repubblicani, la cui  lobby delle armi é la più facoltosa dell’universo politico americano, é divenuta  un tema di scontro . E’ un problema strutturale da sempre  nelle periferie urbane americane .      Non dissimili dalle banlieues parigine , dove la polizia ormai rin cia ad entrare, come a Napoli . Ecco immaginatevi se in Francia, o in Italia  in questo tipo di contesti un cittadino su 2 possedesse un’arma. Non solo pistole , ma armi da guerra , mitra  da combattimento. Possono essere acquistate con la semplice presentazione di un documento d’identità! Centinaia di morti ogni anno! Ecco contro tutto questo il povero Obama , unico presidente intellettuale americano dal dopoguerra, ha cercato di battersi , senza riuscirvi……

.La lobby repubblicana dispone di un blocco al Senato ,alla House of  Representative capace di evitare qualsiasi progetto tendente a limitare l’acquisto di armi. Così come dispone di una lobby sanitario farmaceutica  che impedirà una minima assistenza medica per la generalità della popolazione. Ecco adesso dopo questa lunga prefazione capirete che le prossime elezioni sono assai difficili per il Partito Democratico.  La figura di Hillary Clinton é piuttosto controversa nella percezione dell’elettorato femminile, maggioritario in termini numerici.  Troppo elitistica per il ceto medio. Troppo distante dall’elettore medio. Capace , ma poco assimilabile ed assimilata alla donna che vive nell’ America profonda , non urbanizzata, non in carriera , non bianca!  Personalmente non credo che ce la farà, nonostante che il partito le conceda tanto spazio e la consideri candidata unica.

Un’errore anche questo che a mio avviso pagherà caro. La scena infatti si concentra sempre più sulle primarie dei GOP. Anche se attualmente siamo agli inizi e che il sentiment si formerà solo verso Settembre quando si avvicineranno le elezioni, i democratici sono in surplace. Trump , il  Berlusconi americano, come lo definisce la stampa americana , lasciando intendere il suo populismo becero e la sua straordinaria sicumera da ricco parvenu, é un buffone che attira interesse . E di interesse lo show business ha visceralmente bisogno.      Nessuna chance per lui di giungere in fondo.  Vedremo   a chi andranno i suoi pochi voti reali. 

Il dato su cui occorre meditare è il  seguente:  l’81%dell’elettorato sarà composto da donne , persone di colore  e giovani tra 18 e 35 anni! Ma é altrettanto vero che l’affluenza alle urne é strutturalmente bassa  da sempre. Obama ha attirato una massa enorme di elettori che mai prima di allora aveva espresso un voto ! I repubblicani sperano di alienare una buona parte di questi potenziali elettori e non cercare motivazioni tali da smuoverli dal loro torpore.  Ora il problema é che i democratici  ed in particolare la Clinton  non riescono  ad  attrarre quelle masse che hanno supportato sin dagli inizi la candidatura di Obama. Una candidatura finanziata oltre il 65% da contributi individuali dell’ordine di 5/10 dollari!  Troppo presto per esprimere oggi un pronostico motivato e fondato.  Ma certo posso tranquillamente affermare che Jeb Bush  e Marc Rubio saranno i due contendenti repubblicani al ticket presidenziali. Il primo appartiene  a quella  lobby del petrolio e delle armi che tutto determina. Ed oggi per vincere nella democratica America se non hai denaro e supporto mediatico a sufficienza non sei nessuno! Rubio più intelligente e culturalmente preparato ha dalla sua il fattore C…..        No, no, non fraintendiamo , cubano. I  latinoamericani soppianteranno come maggioranza etnico culturale gli Wasp come indicavo ed avere il loro supporto nel sud del paese può fare la differenza. A sinistra é più difficile fare al momento delle previsioni.  Dipende dallo stato maggiore democratico, dai sondaggi che si realizzeranno , dal comportamento di Hillary clinton capire se ci sarà un serio spareggio tra leie ad esempio un candidato com Bernie.  Troppo socialista per i gusti dell’americano medio , ma più vicino alla percezione dei giovani , dei senza lavoro della classe che non sopporta più un establishement tanto distante e tanto diverso dalla realtà quotidiana degli USA 2016!

Buona vita a tutti

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Algeria ? Transizione, successione indolore, Colpo di stato…


I “rumors” stanno rapidamente prendendo peso e forma nel paese.      Gli interrogativi circa la salute del presidente Bouteflika e le sue reali condizioni sono  ormai di dominio pubblico.E’ evidente, da ormai molto tempo,   la sua reale assenza fisica e politica. Il paese  da oltre un ventennio é stato governato da una cricca di militari  che di fatto collettivamente hanno diretto e gestito il paese attraverso un potere grigio e molto opaco. Un potere che ha sovrainteso ad ogni interscambio con l’estero,  mantenendo un filtro ad ogni investimento straniero nel paese.  Il consenso é ottenuto attraverso compensi a cascata  che vengono distribuiti attraverso un sistema ben oleato, un  misto tra familismo, tribalismo e localismo. L’eminenza grigia che ha per decenni fornito un supporto esiziale al Presidente Bouteflika  é stato il capo dei servizi segreti,  DRS, Mohamed Médiene, rimosso da ogni incarico dopo 25 anni di “onorato servizio” lo scorso Settembre .

Un personaggio incredibile , degno della migliore letteratura di spionaggio, mai apparso in pubblico, un nemico giurato dei fondamentalsti islamici che, nel bene  e nel male, ha tenuto l’Algeria al riparo da sommosse e terrorismo di origine islamista.  Dotato di enorme potere ha mantenuto “ordine nel paese” riuscendo a contenere i vari rigurgiti fondamentalisti dagli anni ’90 in poi.   Anche se con metodi talvolte duri specialmente sul confine con la Tunisia dove da anni ormai si concentrano pochi gruppi di milizie islamiche.  Un ‘altro suo merito é quello di essere riuscito  a far eleggere Bouteflika nel 2013 per la quarta volta  senza che quest’ultimo ,dopo un secondo infarto ed un triplo bypass , non abbia mai fatto campagna elettorale , né mai mostratosi in pubblico!!!!!  Stranamente dopo quest’ultima performance elettorale,  negli ultimi mesi del 2015  é divenuto scomodo all’ “entourage”  del presidente. Il “deus ex machina” di questo “limogeage”  sembra essere il fratello stesso di Bouteflika , Said !

Tra il 2013 ed oggi vari generali sono stati fatti fuori. Il più conosciuto di tutti era il vice di Médenine , gen. Hassan,  responsabile del controspionaggio, stretto collaboratore di Médenine che é riuscito a farlo liberare , asserendo che quanto da Hassan eseguito era stato fatto ai suoi diretti ordini. E’ chiaro a tutti che la corruzione abbia raggiunto livelli enormi, per  cui il sistema ha cercato di trovare dei “capri espiatori”.  Oltre una ventina di alti ufficiali sono stati eliminati a vario titolo.

Comunque sia,  un gruppo di oligarchi composto da 19 persone controlla oggi il potere in Algeria! Questi ultimi sono di fatto legati al fratello di Bouteflika,  Said .  Da oltre un anno il presidente é relegato nel suo palazzo , non appare in pubblico,  e comunica solo per iscritto.                   Il quotidiano più importante del paese Al-Watan  ha espresso molti dubbi sulla situazione presente e sostiene che é in atto una atroce lotta di potere per la successione , come formulato dall’editore del quotidiano, Omar Belouchenet. Stesse considerazioni sono state espresse da Beuflis , ex primo ministro. Oltre a questo problema politico di primaria importanaza, vi é poi la caduta del prezzo del petrolio, unica risorsa del paese che genera miliardi di euro dall’estrazione di idrocarburi ; gas e petrolio.

Royalties che provengono dai pozzi e giacimenti, molti dei quali posseduti dall’Eni  che gestisce una mole notevole d’impianti  e che di fatto da anni sostiene finanziariamente  il regime algerino.                   Poco si é detto ,ed ancor meno si dice,  di quanto l’Italia giochi in silenzio un potere non certo minimale.  “Mr. Médenine”  ha sempre intrattenuto ottime relazioni con i nostri governi.  Ottime relazioni con gli Scaroni di turno.  E si deve ammettere che gli impegni presi nel corso di questi decenni sono stati fedelmente  mantenuti.                          Il problema oggi diviene, anche pr l’ENI,  molto attuale e “sensibile” !!! Faccio i miei auguri più sinceri a Lapo, V.P.  Eni.                                              No Elkan, no no molto , più intelligente e politicamente capace.

Un’altro scenario ad alto rischio per la stabilità stessa del paese é la eventualità che in questa transizione le forze islamiche possano approfittare della fragilità politica e sociale  attuale.                                Non dobbiamo dimenticare che l’Algeria , dopo la Libia, é l’altro grande produttore  di idrocarburi in Nord africa.  Se il Daesh,  che di fatto agisce con fondi dei GCC, ed in particolare sauditi e qatarioti,  penetrasse  in Algeria attraverso la Libia il problema diverrebbe enorme.   Già l’Europa ha permesso al Daesh di impossessarsi di varie parti di territorio libico. La strategia a medio termine dei sauditi é quella, come indicavo nel precedente blog, di giocare un ruolo primario in Nord africa.                      Il Daesh é usato come punta di diamante di questa strategia che usa la religione come supporto collaterale.  Quindi impossessarsi delle fonti energetiche libiche ed algerine non é una visione peregrina.           Significa acquisire una posizione dominante prima che la Libia e l’Iran riprendano a produrre ed esportare petrolio.   Il prezzo basso permette anche di mantenere il mercato europeo divenuto primario.                        Eh si perché ormai le esportazioni saudite verso gli USA hanno perduto l’80% del volume grazie all’estrazione domestica di schiste.         

D’altronde sulla frontiera libico  tunisina  , così come su quella libico algerina , i berberi sembrano ricevere finanziamenti  in armamenti e munizioni dall’Iran.  I berberi , le loro tribù sono le uniche a tenere testa alle milizie del Daesh che,  in quelle regioni sono composte da mercenari .  I berberi da sempre vivono sui due confini, dove le dittature , algerina e tunisina hanno  riconosciuto loro una certa autonomia e libertà di azione.   Fondamentalmente laici , itineranti, nomadi, i berberi non sono assorbibili in senso religioso. Non disponibili a barattare la loro secolare libertà per le lenticchie wahabite!La lotta politico- militare sul fronte nord africano é appena iniziata.

Unico paese che resta al riparo  è il Marocco di Mohamed VI .                Incarna i due poteri temporale e spirituale , il politico ed il religioso, riuscendo con intelligenza  a star fuori,  con profonda intelligenza,  da quel vaso di Pandora  che sta divenendo la Regione Maghrebina. Un’intelligenza ed una visione che suo padre non aveva .                        Che gli permette oggi di superare le enormi  difficoltà di un paese che fino a dieci anni fa era il più misero e peggio governato da una nobiltà insulsa ed imbelle! 

L’augurio che faccio ai miei amici maghrebini é che riescano a ritrovare una comunità d’intenti e si liberino dai mercanti di fede ignoranti e mercenari. La speranza per gli europei é che intervengano al più presto in Libia per stoppare sul nascere la creazione di un Califfato e la propagazione a tutto il Nord Africa di questa espansione .                        Per coloro a cui piace tanto ragionare, senza conoscere a fondo il tema, rispondo che il famoso concetto “Boots on the ground” (stivali sul terreno ) é un’idiozia” , nel senso che se non li mettiamo presto e definitivamente,  in concerto con gli Stati del Maghreb, al posto degli stivali,  vedremo tante teste rotolare. Si tratta di scegliere  strategicamente ……

Buona  vita a tutti

 

 

 

 

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The Fascism of the Affluent – by Joschka Fischer


No comments.Everything is said!

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What Obama says about gun law doesn’t matter — Republicans are owned by the Gun Lobby


Unfortunately I must share the considerations made on the article .
And this will counts a lot , making a difference on the next presidential elections.
The gun lobby is the richest and better organized among the U.S.supporters .

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Cartoon of the day


Just great! A indisputable truth concerning the idiotic foreign policy in M.O.

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Republicans continue to lie about class responsibility for the Great Recession


For those who are seriously interested in knowing something more about the financial crisis the Us are in , well take few minutes and read this article.
You’ll know more and you could compare the systems and the triks used on this side of the world….. Enjoy !

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Occidente vs. Teocrazie


Questo mondo che si definisce globalizzao vive tutte le contraddizioni di società che più diverse e differenziate non possono essere.

I social networks possono divenire un elemento di modernizzazione  , di democrazia,  là  dove la società si trova ad agire in un contesto che ha già recepito i principi democratici e dove la maggioranaza della popolazione é in grado di viverli e praticarli.  Ma certo non sono in grado di dispiegare gli stessi effetti in società totalitarie, siano esse  a carattere dittatoriale , o di origine teocratica.  In società islamiste , fondamentaliste,   l’ortodossia salafita preclude ogni possibilità , opportunità di emancipazione ,di innovazione , di progresso. In tal senso si può a posteriori verificare il ruolo dei social media nel processo evolutivo delle primavere arabe.           In realtà il loro ruolo è stato molto minore di quanto propagandato dai media occidentali.

In primis perché ad es. in Tunisia , così come in Egitto,  solo le classi abbienti ne avevano accesso.  Basti dire che nella italietta del 2015 la maggioranza delle famiglie italiane non dispone di accesso ad internet.  Ma certo può accedervi tramite smartphone……….  Cosa intendo dire?   Che non esiste un popolo di internet. Una visione d’Artagnan , Robin Hood…. No, l’web é il nuovo modo di separarsi , il nuovo modo di confliggere della nuova politica.  Questo avviene a varie latitudini. Smettiamola di credere alla globalizzazione.

Il mondo resta ben separato e diviso. La latitudine , le latitudini sono muri invalicabili .  La percezione della realtà é ben diversa , per non parlare delle interpretazioni , tra società evolute e secolarizzate e società arcaiche  ed involute. L’utilizzazione dei social media é perniciosa per la comprensione di realtà tanto diverse tra loro.

Parlando di Arabia Saudita , il peggior esempio di potere oggi  presente , di cui l’Occidente é incomprensibilmente alleato .  Si evidenzia la stupidità  delle amministrazioni americane ed occidentali nei confronti di una dinastia dei Saud che è l’esempio nefasto  di un potere teocratico, assolutista, feroce, che ha perso ogni barlume di capacità di governo.     Non si può seriamente credere che queste teocrazie possano progredire …. Lo sceicco  Abdullah Bin Jebreen, conservatore estremo,  via Twitter , risponde sui canoni della fede musulmana.  Leaders religiosi come gli sceicchi Al Ahmed e  Abdul -Rahman Al Barrak , docenti all’Università Iman intervengono su You Tube e Twitter quotidianamente  per difendere ogni proposta di riforma della monarchia assoluta saudita  .                       Una teocrazia  medioevale che impicca, decapita ed infine crocifigge i suoi nemici . Questa visione del mondo deve essere soppressa. Queste teocrazie eliminate. L’idea che si debba , in nome del nostro progresso,  lasciare vivere milioni di persone , di individui in schiavitù é inaccettabile, così come quella di lasciarli vivere in mondi separati.

L’occidente per ragioni economiche , finanziarie , commerciali ha negli ultimi decenni tenuto bordone e preservato questo mondo medioevale permettendogli di comportarsi indegnamente non solo nei confronti dei suoi propri cittadini , ma soprattutto nei confronti di quella moltitudine di arabi, musulmani che lavorano in quei territori in condizioni di schiavitù eclatante. Ha permesso che finanziassero gli integralisti salafiti , che si battono per l’espansione del potere della sharia in tutto il Medio  Oriente e in Nord Africa.  Espansionismo strategico economico che cavalca la religione musulmana.

Nel 2060 le riserve di idrocarburi saranno alla fine e la visione  a medio – lungo termine delle teocrazie medio-orientali é di creare una grande area economica che dipenda dal potere saudita e dagli Stati del Golfo.                 Ricreare un grande Califfato. Non é un caso che sia Qatar, Arabia Saudita, ed altri GCC e perfino la stessa Turchia siano portatori attivi  di questa visione. Ecco,  il Daesh é la risposta. Debitamente supportato il Daesh rappresenta l’arma usata dai governi sunniti per imporre la Sharia in paesi dove questa non é mai esistita. Libano, Siria, Libia ecc. ecc.

Il Daesh, la guerriglia finanziata da Arabia Saudita e paesi confratelli di religione,  per imporre una dominazione concreta su territori che al contrario hanno popolazioni a maggioranza sciita. Vedi Bahrain, dove la élite sunnita al potere governa una maggioranza al 75% sciita. All’interno stesso dell’Arabia Saudita la minoranza sciita  di oltre 2 milioni  vive in un’area dove si concentrano la maggioranza delle riserve petrolifere. L’imam ucciso  rappresentava il principale oppositore della dinastia saudita al potere. Il pericolo di una deflagrazione é sempre più evidente.

Non nascondo la mia visione . Gli Usa ed i governi europei hanno brillantemente toppato politicamente nell’analisi dei fattori .                      Hanno concesso ai GCC ed in particolare all’Arabia Saudita , il front runner di questa visione sunnita teocratica, assolutista ed espansionista una libertà di movimento e di azione che oggi risulta essere un pericolo per l’intera area geografica.

Le presidenze Bush,  legate alla potente lobby del petrolio ed al potere repubblicano,  hanno lasciato campo libero al peggior conservatorismo pseudo imperialista. Dick Cheney padrone dell’Halliburton ha potuto negoziare ed armare, vendendo  miliardi di forniture militari,  in cambo di favori e di interazioni politiche.Il Pentagono durante le loro presidenze , i loro 16 anni di potere,  ha stabilito una forma di relazioni politiche indegne per un paese che si ritiene democratico!

Mi permetto di citare a fronte dei vari pseudo esperti di Islam un mio amico , decano della Johns Hopkins  , Vali Nasr, consigliere del Dipartimento di Stato, che da anni mette in guardia la diplomazia USA dal supportare la teocrazia saudita.  Che non sta cercando affatto di trovare una soluzione , ma di esacerbare il conflitto con l’Iran.

Un conflitto che ha certamente origini religiose, ma molto più economiche.  L’Iran ha subito per anni  le sanzioni occidentali.             L’Iran, pur se teocrazia essa stessa,  ha una società civile istruita, sviluppata, delle Università degne di questo nome , una struttura sociale articolata che non si fonda sullo schiavismo di quella saudita che conta su 10 milioni di musulmani ; pakistani, indiani , del Bangladesh, che vivono in condizioni di completa schiavitù in compounds sorvegliati dalla polizia ed esercito.

Il conflitto nell’area medio orientale rischia di esplodere.                             Un conflitto che gli Usa molto tardivamente hanno cercato di limitare con l’ultimo accordo sul nucleare iraniano.  Ecco , come affermavo in altri articoli su questo blog,  il grande rischio sul quale mi sono permesso  di fare una battuta tragica,  é che i sauditi rischiano con la loro stupidità di vivere l’evaporazione.  Non a caso,  hanno ripetutuamente richiesto agli USA di poter disporre di armamenti nucleari………                                             Credo sia giunto il momento per la politica estera americana di esprimere un “mea culpa” .    Di ovviare ad errori ed omissioni che, come in altre aree geografiche, hanno comportato tragiche disfatte.                                        Credo che l’Occidente tutto, debba farsi carico dei propri errori,   compiuti per “greed”.  E sostenere il nuovo Iran .    Evitare che il genocidio di popolazioni civili in Yemen del Nord possa continuare ad opera dell’aviazione saudita  con aerei F18 americani.                                                   Che si tolga all’Arabia Saudita la presidenza della Commissione dei Diritti Umani in sede ONU.   Che non si continui a sostenere un governo teocratico che elimina i propri oppositori  con impiccagioni pubbliche che poi sono seguite da decapitazioni ed infine da crocifissioni come avvenuto nel caso dell’Imam Al  Nimri .   Un Occidente che tollera tutto ciò non può poi dichiararsi democratico, progressista e civile!!!

Buona vita a tutti.

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