WHAT IF – E SE…..


Argentina glacier

Argentina glacier (Photo credit: @Doug88888)

Venezuela and Brazil: Stamps

Venezuela and Brazil: Stamps (Photo credit: Sem Paradeiro)

 

 

 

 

 

 

 

Spesso in un paese che resta immobile e troppo simile a sè stesso questa domanda sorge sovente. Ed allora poiché le cose restano immutate , si tende a pensare come avrebbero potuto essere …..Se i termini temporali, o i personaggi coinvolti avessero avuto comportamenti discordanti ,devianti , contrari al comune senso  di pensiero. Se le cose fossero andate diversamente…..Tipico di un modus pensandi che rifugge dalla ricerca di incidere volontariamente sulla realtà e con ignavia la osserva scorrere.

Sapete noi italiani abbiamo una visione della tradizione che proviene dalla nostra ancestrale cultura contadina. La cultura delle radici. Non che gli altri popoli  non la possiedano , ma certo il nostro background, ancor oggi, ruota  intorno al territorio, al contesto nel quale la quasi totalità dei cittadini  di questo paese nasce, vive e muore. Ragioni familistico, cultural – ereditarie, che in un modo , o nell’altro , spesso ci tarpano le ali perché disabituati al competere.

In realtà la divisione , la dicotomia socio-culturale,  stà tra coloro che le radici le vivono da prigionieri, e coloro che, da marinai,  vivono l’esistenza  con il concetto dell’ancora.  Appartengo a questa seconda categoria,  nettamente minoritaria. Anzi,  riflettendoci all’interno di questa categoria milito tra coloro dall’ancora leggera, pronti a salpare per nuove avventure.

Quelli che privilegiano il futuro , pronti a separarsi senza troppi indugi dal presente e che affrontano l’adattamento al nuovo quale elemento fondante dell’esperienza  della vita. Che concepiscono la sfida come un motore assoluto del processo di conoscenza.  Le ragioni di questa premessa sono legate ai processi di mutamento , di transizione, che troppo spesso da noi abortiscono , o se preferite non riescono ad avere un percorso compiuto. La paura atavica di abbandonare le sicurezze e le frustrazioni certe del quotidiano per un incerto futuro.

In particolare  per quanto attiene il contesto politico, dall’unità nazionale in poi , restano  numerosi i tentativi di decollo precipitati. Non è un caso che  é stato il populismo , nelle varie forme assunte,  a rappresentare la zavorra per un distacco dalla melma . Le classi dirigenti, dagli anni ’70 in poi , sono responsabili di questa inversione  del trend di acculturazione  del paese.

 Siamo stati per cento anni un paese di emigranti. Una prima ondata migratoria ebbe luogo a seguito dell’unità, tra 1870 e 1890 oltre 3 milioni di cittadini analfabeti hanno preso la via del Sud America e USA. Poi una seconda ondata , dal 1922 al 1928,  con l’avvenuta del fascismo altri 5 milioni in un paese che contava allora poco più di 37 milioni di abitanti . Questa volta non se ne andavano solo gli analfabeti, ma anche parti di classi intellettuali, gli antifascisti. Nel frattempo l’investimento in cultura ed alfabetizzazione produceva una riduzione seria e continuata dell’ignoranza crassa del paese.

Ed arriviamo alla terza ondata di emigrazione , quella che faceva seguito alla fine della guerra . Anni ’50 e ’60, un’emigrazione che prendeva l’aereo , non più la nave,  per farvene comprendere il senso. I paesi di accoglienza, Canada ed Australia , il nuovo mondo …… Sempre in silenzio,  dal Friuli ,alla Lombardia , al Veneto, non solo come si crede dalla Sicilia, Calabria, Campania. Ed oggi ?

Gia da tre / quattro anni la via dell’emigrazione ha ripreso vigore.                      Se ne vanno i migliori. Coloro che non hanno timore di abbandonare le loro piccole-grandi sicurezze e che sono i meglio attrezzati per combattere ed accettare le sfide.  La dimostrazione che politica, imprenditoria, accademia  non hanno la minima cognizione del ruolo della demografia nello sviluppo/recessione delle nazioni. Ancora una volta, a costo di apparire elitistico , non é un caso che il voto dell’A.I.R.E., anagrafe italiani residenti all’estero , è a circa il 70% appannaggio del PD. Non é, come riteneva , Tremaglia, fatta da poveri emigranti, ma costituito dall’intellighenzia.

Anche alle ultime elezioni quel trend di preferenza é confermato. Così dopo aver popolato interi territori , Argentina, Uruguay, Venezuela, parte degli USA, Aurstralia,  ancora oggi i nostri giovani migliori se ne devono andare all’estero per avere quella dignità, quel lavoro che non viene riconosciuta loro a casa! Penoso , vergognoso, indegno di un paese che si dice civile e si annovera tra le prime dieci potenze economiche del mondo.

Per riprendere un’ottimo articolo apparso oggi sul Sole24 ore ci sono tutte le premesse che il debito su Pil possa raggiungere il 140% nei prossimi due anni se non si interviene nettamente. Fateci caso , solo 4 volte il debito pubblico é stato abbassato. 4 governi tecnici :Ciampi,Padoa Schippa, e Monti.

“Non é esagerato dire che le decisioni politiche che vengono prese in queste settimane ed in questi mesi saranno decisive per evitare all’Italia , se non una dittatura, un grave decadimento della democrazia, Fascismo? Non so.            Ma di certo si tratta di una scelta tra autoritarismo  ed Europa! “

E non si può negare che,  sia il PDL , ancor per poco proprietà del padre padrone, che il M5S , proprietà del guitto Grillo,  siano entrambi fautori di un distacco dal corpo europeo. E’ evidente , almeno alle persone di buon senso,  che mettere in dubbio il ruolo e l’ancoraggio dell’Italia all’Europa , prefigura  una scelta di isolamento dalla comunità internazionale , un’ isolamento che farebbe seguito alla richiesta di rinegoziazione del debito , ormai fuori controllo.

Lo stesso isolamento e rifiuto idiota ed immaturo del M5S nei confronti della situazione interna attuale. Questa, senza renderlo evidente ,  é la scelta  a cui gli italiani sono oggi  sottoposti , tra autoritarismo e democrazia!L’impoverimento della popolazione  é già in atto, ma non si discute di questo stato di cose. Si parla d’altro. Come al solito. Proprio coloro che dichiarano di essere portatori del cambiamento , non discutono della realtà.

No,  loro sono puri, si preoccupano della riduzione dei costi della politica che rappresentano l’1% del PIL e se ne fottono del restante 99%.  Prima ci libereremo di questi illustri comici cialtroni , meglio sarà , perché con loro c’é poco da ridere  e molto da piangere!

Un ‘ultimo elemento di meditazione lo dedico al PD ed alle diatribe attuali. Molto ho scritto circa Bersani e Renzi. Le due anime , a mio avviso difficilmente conciliabili per ideologia e pratica politica. Come ho avuto modo di dire la scissione , probabilmente , avrà luogo a breve-medio termine.

Si tratta di un’ esigua minoranza dell’attuale compagine dell’elettorato del partito , la cui maggioranza con la crisi si é spostata più a sinistra. A cui si aggiunge un serbatoio di  potenziale voto ben più corposo che al centro-destra. Basti vedere il misero risultato montiano del quale Renzi é portatore d’acqua esterno. Le attuali primarie del PD, per la corsa a sindaco di Roma ,lo dimostrano.

Incredibile un metodo democratico che viene svilito a fronte di un sistema politico-mass-mediatico che di democratico non ha niente.                                 Sono estremamente favorevole alla” mobilitazione cosciente ” proposta da Fabrizio Barca ed alla sua candidatura alla segreteria del partito.                   Sarà difficile, anche per un negoziatore empatico quale é, riuscire a tenere unito quello che unito non é , se non battendo i pugni sul tavolo.

” Mala tempora currunt” nella complessa organizzazione del partito.                  E con una gestione che dovrà affrontare tagli notevoli alla struttura. Mobilitazione, volontariato politico? Saranno in grado di compensare il “down grading ” dimensionale  a cui la politica nel suo complesso é oggi confrontata? Ed infine, quanto a comunicazione e leadership , che sembrano interessare  e determinare le preferenze del “popolo sovrano” , più dei concetti e delle idee , sarà forse meglio tararla.

Il rischio é di essere percepiti troppo intellettuali, visto il deserto dei tartari che ci circonda.  Da sostenitore, ante litteram ,  di F. Barca, poiché lo ritengo il “migliore outsider” , lo invito ad un linguaggio meno scatologico, meno concettuale, meno poderoso.   In attesa di assistere alle prossime schermaglie inutili per l’elezione del Presidente ,  per farvi un’idea , osservate il rapido evolvere della situazione economica nelle prossime due settimane e capirete………..

Buona vita a tutti.  

Informazioni su exult49

JOHNS HOPKINS UNIVERSITY - MANY DIFFERENT LIVES- MORE THAN HALF SPENT ABROAD- CRITIC OF THE NOWADAYS ITALIAN WAY OF THINKING NEVERTHLESS OPTIMISTIC ! Leggete, il quotidiano del blog "free": "The exult49 Daily". www.paper.li/exult168/131966546
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5 risposte a WHAT IF – E SE…..

  1. redpoz ha detto:

    anche io ho buone impressioni su Barca, ma vedremo quando sarà tempo di congressi come si presenta.
    quanto all’emigrazione… mi ha stretto il cuore pensare a quanto vorrei partire….

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  2. exult49 ha detto:

    Grazie della fiducia , spero di poterla ricambiare.

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  3. exult49 ha detto:

    Credo che la figura di Barca possa dal partito condurre ad un cambiamento di rotta ed approdare ad una rinnovata strategia poltica .Un caro abbraccio.

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  4. ildamarino ha detto:

    A parte l’analisi dsu Grillo e Berlusconi, che ovviamente condivido in toto e che considero la disgrazia e l’eventuale rovina del Paese, ammesso che prendessero il sopravvento, per quanto riguarda il PD sono un’estimatrice di Bersani, uomo di poche parole ma serio, onesto e concreto. Ma come esposto nell’articolo, ormai gli italiani sono diventati troppo poveri, intellettualmente parlando, per capire il valore di una persona che non faccia false promesse o non urli slogan idioti e sguaiati. Sono propensa a credere e dirò di più ci spero che finalmente l’anomalo accorpamento di PDS e Margheritini, voluto da qualche mente malata all’epoca, e ben sappiamo quale o quali, si sciolga infine e che il PD riesca a ampliare la strada che ha davanti magari unendosi a SEL. Ben venga Barca purché adotti un linguaggio chiaro, non politichese, e onesto nei confronti di chi ascolta.

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