CONGLOMERATES E POTERI FORTI


 

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Avevo anticipato che sarebbe finita piuttosto male ed ora rischiamo che possa pure peggiorare. Già in Ottobre avevo previsto che la Francia non avrebbe potuto continuare ad detenere la tripla A, considerando lo stato patrimoniale delle sue banche ed il credito, divenuto ormai inesigibile , nei confronti di Grecia e Spagna. Ritenevo che sarebbe accaduto in Marzo ,o Aprile a ridosso delle elezioni presidenziali. Da un punto di vista politico questo declassamento produce un’ulteriore caduta di credibilità di Sarkozy ,che già era dato per sconfitto  ed adesso , quasi certamente,  non sarà rieletto.

Ancora una volta sottolineo che un ricambio dei leaders , dei governanti euopei, non possa che migliorare la situazione. Quanto all’Italia il mio disprezzo per questi partiti e leaders politici , che continuano a comportarsi come se niente fosse , non può che accrescersi e divenire rabbia.  Non é possibile che mentre il povero Monti stà arrancando per mantenere il paese a galla, questi cialtroni discettano sul merito delle liberalizzazioni ,ed  evitino ad un camorrista conclamato la galera, come spetterebbe a un qualsiasi cittadino.

Le carte? Le carte di quel farabutto ho potuto leggerle, anche se non in versione integrale, e vorrei che gli italiani potessero farlo. Questo parlamento é delegittimato,  si é autosospeso di fatto. Non rappresenta più nessuno, solo se stesso e gruppi d’ interesse  . Ho già trattato della legge elettorale nel blog precedente. Quanto alle riforme, la riduzione dei parlamentari deve essere fatta durante questa legislatura per iniziare la prossima già con minori spese. Ma anche l’immunità deve essere abolita , o rivista in termini di ampiezza e tematiche di applicazione.

Venendo agli italiani ed ai loro rappresentanti politici , che ancora non sembrano aver compreso il rischio che tutti noi stiamo correndo, desidero sottolineare che, come oggi é avvenuto per il downgrading di Standard&Poor, se entro Aprile Monti non riesce a tirarci fuori dal buco, un bel fine settimana di primavera, a borse e banche chiuse, ci diranno che il 50% del valore del denaro e dei patrimoni in nostro possesso  si é volatilizzato. Questo é il serio rischio che incombe sul paese! Non quello di pagare più tasse, ma impoverirci e renderci acquisibili per un piatto di lenticchie. Ancora una volta ripeto  non si tratta di elucubrazioni, ma di penose realtà. Per questa ragione occorre cancellare dalla faccia del paese questi leaders che hanno dapprima sottovalutato , poi mentito sulla crisi ed infine vigliaccamente gettato la spugna per non assumere pienamente le responsabilità che loro appartengono.

POTERI  FORTI

Sentiamo parlare spesso, a sproposito, di poteri forti.  Certo, i grossi gruppi industriali, privati e pubblici come ad es. Fiat , o Finmeccanica in Italia, sono rappresentati da  lobbies  potenti. Ma niente a che vedere con quello che una recente ricerca economica ,pubblicata dalla rivista Science news, lo scorso Settembre, é riuscita a mettere insieme , come dati globali, la struttura della rete ed il controllo che queste grandi corporations esercitano nel mondo in termini di incidenza sulla competizione e stabilità finanziaria.

Il titolo di questa ricerca é  “The network of global corporate control” . Tre autori;  James Gkattfelder, Stefania Vitali, Stefano Battiston. In sintesi, questi grandi gruppi, in numero di 50 nel mondo, rappresentano un gigantesco nodo scorsoio, che di fatto controlla il flusso ed il valore scambiato . Possono essere definiti  entità di livello superiore che costituiscono  e determinano  una serie di reazioni a catena.

Per essere più chiari , un pugno di multinazionali che domina il mondo. Questo non é il frutto di una teoria estremista  di sinistra, ma  il frutto di un studio effettuato dal Politecnico federale  di Zurigo. Sulla base di un campione di ben 43 mila imprese, attive nel 2007  nei 5 continenti , sono risaliti alla parte di fatturato che ciascuna deteneva direttamente , o indirettamente. Così via via attraverso queste concatenazioni e scambi si é giunti al dato finale.

Il verdetto lascia a bocca aperta, 147 multinazionali controllano il 40% del giro d’affari generato dalle imprese a livello globale.Volendo approfondire, ciò significa che lo 0.7% delle aziende mondiali controlla l’80%delle ricchezze. Il Gruppo Barclays primo della lista dei 50 gruppi, genera da solo il 4.05% del giro d’affari mondiale. Per “nozione di  controllo” s’intende la capacità da parte di un’azionista  d’imporre la sua opinione sugli altri azionisti.  In testa alla lista si trovano in larga parte dei gruppi finanziari :

1° Barclays- 2°Capital Group companies, gruppo di fondi d’investimento americani. 3°FMR Companies ( come sopra)- 4° AXA Gruppo di assicurazioni francese-5° State street Corp.-6°JP Morgan Chase&Co-7° Legal&General Group-8° Vanguard group-9° UBS -10° Merril Linch&Co.

Giusto per farvi comprendere il peso che questi gruppi multinazionali hanno a livello singolo, ed a maggior ragione nel loro complesso, sappiate che su 50 la metà , cioè 25 appartengono agli USA, 8  Alla GB, 4 alla Francia,4 al Giappone,  2 rispettivamente a ; Svizzera, Germania, Olanda ed  infine un Gruppo a testa per Italia, Canada, Cina.  Al 43° posto  si trova Unicredit.

Ora ,come affermano gli stessi autori della ricerca, la concentrazione del potere in sé non costituisce un problema, ciò in quanto si può scartare l’idea   di accordi , o azioni di cartello.  Il problema invece risiede nelle interconnessioni ed interazioni che si creano ed esistono tra questi gruppi. Esse possono avere conseguenze disastrose. Ciò in quanto quando un gruppo di tali dimensioni vacilla, il problema tende a propagarsi anche agli altri, creando in  tal modo un effetto a catena.

E’ d’altronde evidente che le decisioni prese  da questi gruppi concernono migliaia di lavoratori e milioni di consumatori. Un esempio, il gruppo Nokia ha un fatturato di 71.2 miliardi di dollari cioè più del PIL della Croazia,  $63.9 miliardi, oppure Exxon con 477 miliardi supera il Pil austriaco 432.4, Wall Mart con $401 miliardi, quello dell’Iran 382.3. Quello di Total supera  il Pil del Portogallo.

Potrei continuare a fornirvi dei raffronti, ma credo avervi già offerto un quadro d’insieme per farvi comprendere il potere e le implicazioni che ne scaturiscono ,sia a livello socio-economico , che soprattutto politico. In termini di conglomerati ,così vengono definiti, l’Italia é proprio una cenerentola.  Con la strategia del piccolo é bello, frutto di una logica da accattoni, siamo andati avanti per anni.  Oggi ne paghiamo ampiamente gli effetti. Le nostre aziende, anche le maggiori , non riescono a generare abbastanza profitti per pagarsi sviluppo e ricerca capaci di farli crescere. L’internazionalizzazione é restata nel cassetto dei sogni , salvo per pochi gruppi. La logica di acquisire quote di mercato interno nei maggiori mercati ,invece di restare meri esportatori, é ancora la logica dominante. Infine la verticalizzazione e la discesa a valle, cioé alla distribuzione, per avere accesso al maggior valore aggiunto non é avvenuta. I nostri brillanti imprenditori sono ancora lì ad occuparsi della produzione  e dei costi inerenti. Così sono finiti subfornitori di gruppi stranieri invece di andare loro stessi a misurarsi sul mercato.

Ecco perché quando penso alla situazione  del paese ,mi rendo conto delle difficoltà che il povero Monti incontra nel cercare di dinamicizzare gli ingranaggi e rimuovere le decine di ostacoli che nel tempo si sono accumulati.Il nostro grande rischio é di essere acquisiti, di divenire terreno fertile per queste multinazionali. Mi auguro non accada , ma per evitarlo abbiamo bisogno di gente capace , non di cerebrolesi, o peggio millantatori.

 Buona vita a tutti.

Informazioni su exult49

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5 risposte a CONGLOMERATES E POTERI FORTI

  1. Hans Suter ha detto:

    nell’auspicarlo siamo vagamente d’accordo 🙂

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  2. exult49 ha detto:

    Ciao, sono un estimatore di Roubini, anche se lui pure stà al gioco di alcune grossi gruppi finanziari di cui è consulente. Ricevo con regolarità le sue info RGE tracking essendo iscritto al Roubini Global Economics mail. Ho una visione + marxiana del sistema. Siamo di fronte ad un turning point per il capitalismo dopo la definitiva scomparsa del collettivismo così come applicato in URSS. Ma tu sai bene che anche nella teoria doveva applicarsi ad una società avanzata come uelle inglese, non alla Russia che aveva appena abolito la servitù dlla gleba. Il giusto equilibrio dovrà essere trovato…..Con la fine degli stati nazionali in questo secolo , forse…..

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  3. Hans Suter ha detto:

    Mi trovi d’accordo sul primato della società, se non altro perché non pochi banchieri si sono trovati alla fine di certi prestiti senza denaro e qualche volta anche senza testa. Con i hedge fund e la Grecia, per quello che ho letto, il gioco è antipatico ma leggittimo: loro comprano dalle banche francesi, tedesche etc che non vedono l’ora di sbolognarli, con forte sconto le obligazioni greche e pensano di rifarsi sulla Grecia, in caso di fallimento, con le assicurazioni (cds).
    “Lords of Finance” è stato raccomandato da Nouriel Roubini.
    Grazie per gli auguri. Buona vita anche a te.

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  4. exult49 ha detto:

    Hans, sono solo parzialmente d’accordo con te.
    Nel senso che nel novecento il ruolo del capitale privato era inferiore al peso e potere raggiunto nel XXI secolo. Lo sviluppo ed il progresso , se non armonico, dell’umanità non può essere delegato ,come si può ampiamente constatare oggi, in presenza della crisi attuale, al cosiddetto “equilibrio della domanda e offerta”.
    Occorrono legislazioni ferree, paletti, con sanzioni altrettanto pesanti per quelle forze che non le osservano.
    Al fine di rendere la mia risposta non individuale ,ma comprensibile ai lettori prendo ad esempio la situazione greca.

    E’ perfettamente giusto a mio avviso che i capitali privati che hanno scommesso sula Grecia siano oggi chiamati a partecipare alle perdite, poiché il capitalismo si basa su un fondamento cardine ; il fattore rischioI
    Quanto stà avvenendo é esattamente il contrario. Gli hedge funds che hanno puntato al rischio paese si rifiutano di perdere di accettare un compromesso nel quale i capitali usati verranno decurtati.
    Come? Semplicemente tirando la corda contro il governo greco, che a sua volta ragionevolmente ritiene che le condizioni poste conducano il paese intero alla miseria.
    Cosa sperano gli hedge funds ? Semplicemente che i governi europei FMI e BCE ,”obtortu collu” , paghino per loro intascando in tal caso la scommessa integralmente.

    L’alternativa é che questo non avvenga e perdano il tutto. In questo tira e molla risiede la negoziazione del debito.
    Ciò in quanto sarebbe un rischio per tutti ,nella congiuntura attuale, mandare un segnale tanto negativo ai mercati come un default ellenico.
    Ecco, se i governi europei fossero oggi condotti da veri leaders , non sensibili alle scadenze elettorali, farebbero quadrato e metterebbero in ginocchio questa speculazione ricattatoria .
    I mezzi e gli strumenti per una tale strateigia ci sono. La volontà politica manca.

    In ultima analisi occorre che il capitalismo così come lo abbiamo conosciuto sia messo in condizione di non nuocere a se stesso ed ai popoli. Siamo ben lungi dai principi regolatori della teoria capitalistica .L’economia non é ,né deve rappresentare il fine ultimo della società umana, ma un mezzo di implementazione della qualità di vita e di relazione degli uomini. Tale deve restare. Altrimenti diviene religione ed in ultima analisi dogma. Sono e resto profondamente ateo! Buona vita a te.

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  5. Hans Suter ha detto:

    Il sistema capitalistico è retto dai capitalisti. Una volta lo facevano in prima persona, John Pierpoint Morgan nel 1895 (?) tirava gli USA fuori dalla crisi o l’Italia che alla Young conference era rappresentata da Alberto Pirelli. Oggi è un poco più complesso. La novità qui mi sembra essere il modello che promette maggiore trasparenza di modo che si possono disporre interventi (legislativi) in favore della concorrenza e della stabilità finanziaria. The “Lords of Finance” lo racconta bene.

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